I piani industriali delle imprese automotive, lo shift verso l’elettrico


Il trend riguardante l’elettrico nel settore automotive pare ormai irreversibile: il futuro sarà elettrico e le case automobilistiche che non si adegueranno resteranno indietro rispetto ai competitors. Come si stanno muovendo i più importanti marchi europei e globali? Quali sono i loro piani? 

L’industria automobilistica è una delle più rilevanti a livello globale, con un peso significativo sul PIL sia nei paesi ad alto reddito sia in alcune economie emergenti. Come è noto, l’elettrico è il trend più influente da diversi anni nel settore e in questo articolo ci proponiamo principalmente di riassumere i piani delle maggiori case automobilistiche Europee, Asiatiche e Statunitensi proprio alla luce di tale tendenza. 

Passiamo al tema centrale: come si sono mossi i più importanti player e quali sono i loro piani per il futuro? 

I marchi asiatici hanno adottato strategie aggressive per dominare il mercato. Toyota ha inizialmente mostrato cautela nei confronti dell’elettrico puro, per poi annunciare investimenti miliardari nello sviluppo di batterie allo stato solido e nuovi modelli zero emission. Ad oggi ha venduto 27 milioni di auto elettriche nel mondo, di queste 5 milioni in Europa. 
Le aziende cinesi invece, come BYD, NIO e XPeng, sfidano l’egemonia delle case tradizionali con soluzioni innovative e prezzi estremamente competitivi. Dato non meno importante: il Paese del Dragone domina anche la filiera delle materie essenziali per la produzione di veicoli elettrici. 

Le case automobilistiche statunitensi, pur sentendo la competizione asiatica, nel complesso restano dei player importanti. La pioniera Tesla ha rivoluzionato il settore imponendosi in un settore allora saturo. L’obiettivo di lungo termine di Elon Musk è sempre stato quello di produrre un’auto elettrica a portata di una famiglia media americana, obiettivo che sta gradualmente raggiungendo. 
General Motors, storico produttore americano che nel suo portafoglio ha diversi brand famosi, punta a una transizione totale entro il 2035. La strategia di GM non si focalizza solo sul come vendere più veicoli elettrici, ma soprattutto sul ridurre “l’ansia” da elettrico tramite l’investimento di 750 milioni di dollari sulle colonnine di ricarica. 
È interessante vedere come un altro produttore automobilistico storico, Ford, abbia di recente annunciato un cambio nella sua strategia, puntando su prezzi più accessibili per i veicoli elettrici e investendo più risorse sull’ibrido che sull’elettrico puro. 

L’Europa vive una situazione più ricca di incertezze. I due maggiori gruppi, Volkswagen e Stellantis, hanno infatti di recente lanciato dei profit warning. Il primo ambisce ad una transizione totale verso l’elettrico entro il 2038 per tutti i suoi brand nel vecchio continente, mentre VW punta a far sì che il 70% delle sue vendite in Europa derivino da auto elettriche entro il 2030. Nonostante questi ambiziosi obiettivi e l’introduzione di nuovi modelli, gli storici marchi del vecchio continente fanno fatica a tenere il passo e sembrano perdere il loro potere di mercato. 

Infine, una riflessione ispirata dal recente report di Mario Draghi (2024). Nel caso europeo il settore automotive è esemplare della mancanza di un’adeguata pianificazione, volendo imporre delle politiche ambientali prima ancora di aver sviluppato delle politiche industriali adeguate. 
Mentre le case automobilistiche europee perdono quote di mercato, quelle cinesi si trovano una generazione avanti nelle tecnologie dell’elettrico; riuscendo pure a produrre a costi ridotti, anche a meno di 7mila euro rispetto alle controparti europee per un veicolo di segmento C (De Meo, 2024). 
Le grandi case automobilistiche europee dovrebbero, nell’immediato, combattere la delocalizzazione della produzione mentre, nel medio termine, dovrebbero puntare sull’innovazione tecnologica per recuperare la loro posizione. 
Al legislatore comunitario e ai singoli stati europei spetta il compito di sostenere le aziende nei loro piani strategici e di creare un contesto normativo equo e non eccessivamente “restrittivo”. 

Abbiamo visto quali sono le strategie delle maggiori case automobilistiche globali e cosa potrebbe fare l’Europa per recuperare quote di mercato nel settore. Le ragioni dello shift verso l’elettrico, shift che come abbiamo dimostrato coinvolge con forza tutti i big del settore, sono diverse, tra cui le nuove normative e le preferenze dei consumatori per dei prodotti sostenibili. 
La transizione all’elettrico è ancora in corso, la partita è ancora aperta. L’intelligenza artificiale applicata al mondo automotive, la capacità di creare un sistema sostenibile e “normale” per i consumatori (si pensi alle colonnine di ricarica) e l’innovazione tecnologica nell’ambito dell’elettrico potrebbero stupirci, come del resto è già successo e potrebbero forse emergere nuovi campioni del settore, anche in Europa. 

Ringraziamenti 

L’autore ringrazia Gabriele Mole’, Edoardo Calleri di Sala e Clorinda Favali per il supporto, l’aiuto nel reperimento di fonti autorevoli e i consigli. 

Fonti

  1. Direzione Generale per l’Azione per il Clima. (2024). 5 cose da sapere sulle auto elettriche. Commissione Europea.
  2. Boston Consulting Group. (2023). Il settore auto al bivio in Europa.
  3. De Meo, L. (2024). Letter to Europe: Advocacy for a sustainable, inclusive and competitive automotive industry. Renault Group.
  4. Broberg, T. (2024). How the auto industry predicts (and shapes) the U.S. economy. Forbes.
  5. Mario Draghi. (2024). The future of European competitiveness: A competitiveness strategy for Europe. Commissione Europea.
  6. https://edition.cnn.com/2024/08/21/business/ford-electric-vehicle-strategy/index.html
  7. https://www.hbs.edu/bigs/how-gm-is-shaping-an-all-electric-future
  8. https://www.stellantis.com/en/company/dare-forward-2030
  9. https://www.tesla.com/en_gb/secret-master-plan
  10. https://www.toyota-europe.com/electrification

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