Dalla Consulenza alle Startup: L’era degli incubatori interni e il Caso Talentware


Quando si parla di percorsi post-consulenza, il pensiero va spesso verso ruoli corporate, tendenzialmente all’interno di una delle aziende clienti. È una traiettoria naturale: si capitalizza il network costruito, si raccoglie il frutto delle competenze affinate e si abbraccia una nuova sfida con maggior stabilità. Eppure, esiste un’alternativa meno battuta, ma sempre più concreta: fondare una startup. Non si tratta di un salto nel vuoto, ma di una decisione lucida, maturata all’incrocio tra ambizione, spirito imprenditoriale e consapevolezza di avere gli strumenti adeguati per avere successo.

Chi ha lavorato in realtà come McKinsey, BCG o Bain sa cosa significa operare sotto pressione, gestire contesti complessi e trovare soluzioni dove altri vedono solo problemi. È da questa esperienza che origina la scintilla imprenditoriale: familiarità con diversi modelli operativi, conoscenza di strategie aziendali e senso critico nell’analisi del mercato.

Così, il consulente si trasforma in founder, e quello che un tempo era un documento di analisi per il cliente diventa un pitch deck per gli investitori.

Un esempio è l’esperienza di Steve Hafner, il quale ha iniziato la sua carriera come consulente presso BCG, lavorando su progetti nei settori sanitario, e-commerce e beni industriali. Nel 1999 ha lasciato BCG per contribuire alla creazione di Orbitz, dove ha guidato lo sviluppo commerciale e il marketing. Nel 2004, ha co-fondato Kayak, un motore di ricerca per viaggi, portando l’azienda all’acquisizione da parte di Booking Holdings per 2,1 miliardi di dollari nel 2013. Allo stesso modo, Tony Xu, dopo aver lavorato in McKinsey, eBay, PayPal e Square, nel 2013 ha co-fondato DoorDash. Sotto la guida di Xu, nel ruolo di CEO, l’azienda è diventata il principale attore nel mercato della consegna di alimenti negli Stati Uniti, affermando definitivamente il suo impatto con la quotazione in borsa nel 2020.

Questi esempi dimostrano che il passaggio dalla consulenza alle startup è spesso un’evoluzione naturale. L’esperienza maturata nelle grandi società di consulenza fornisce un arsenale di competenze fondamentali nel momento in cui si decide di fondare una attività imprenditoriale.

Il supporto delle aziende di consulenza

Alcune tra le principali società di consulenza hanno riconosciuto l’importanza dell’innovazione e dell’imprenditorialità nel contesto economico attuale, come dimostrato dal fatto che molte di esse hanno già investito in iniziative volte a stimolare la creatività dei propri dipendenti. Ne sono esempio gli incubatori aziendali, cioè contesti creati per offire programmi di orientamento, formazione specifica e risorse finanziarie per supportare lo sviluppo delle startup.

Infatti, alcune società di consulenza stanno lanciando programmi dedicati, volti ad incentivare l’imprenditorialità dei propri consulenti, invogliandoli a sviluppare progetti all’avanguardia all’interno della stessa azienda. Questi programmi non solo aiutano a trattenere talenti imprenditoriali all’interno del singolo ecosistema aziendale, ma permettono anche ai neonati fondatori di startup di muovere i primi passi in un ambiente protetto, prima di lanciare la propria impresa sul mercato. L’approccio proprio di un “think tank”1 e l’accesso a network di investitori e partner strategici facilitano il passaggio dalla teoria alla pratica, riducendo il rischio tipico dell’imprenditorialità, in condizioni di carenza di contatti e di sostegno finanziario.

EY con Wavespace, Accenture con gli Innovation Hub e Deloitte con il Digital Studio sono tra gli esempi più noti di incubatori interni. Questi spazi combinano mentoring, collaborazione trasversale e accesso diretto a investitori, partner industriali e primi clienti, creando le condizioni ideali per trasformare un’idea in una realtà di mercato.

Da Bain Venture Studio a Talentware: da consulenza alla startup HR

Anche Bain & Company, con Venture Studio, ha intrapreso un percorso di apertura al mondo delle startup e dell’innovazione, diventando pioniere di programmi di incubazione di startup offerti in azienda. Tra i diversi progetti finanziati, Bain ha deciso di investire nell’idea di tre ragazzi, poco più che trentenni, i quali, guidati dalla volontà di innovare l’ambito HR, hanno deciso di fondare Talentware.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare direttamente i fondatori di questa startup, Giacomo Marchiori, Andrea Raimondo e Ismet Balihodzic, ascoltando direttamente l’esperienza che li ha condotti dalla consulenza alla fondazione di una startup. Di seguito riportiamo la loro testimonianza, utile a delineare più dettagliatamente le dinamiche e la fattibilità di questo percorso.

Potete presentarvi brevemente e raccontarci cos’è Talentware, oltre a come è nata l’idea alla base del vostro progetto?

“Talentware è una startup fondata nel 2023 da noi, tre ex-consulenti Bain, all’interno del Venture Studio di Bain & Company. La nostra missione è rivoluzionare la gestione dei talenti aziendali attraverso un approccio basato sulle competenze. Abbiamo sviluppato una piattaforma SaaS2 alimentata da intelligenza artificiale, che permette di mappare dinamicamente le competenze dei dipendenti, identificare i gap rispetto ai bisogni aziendali e suggerire percorsi di sviluppo e crescita personalizzati.”

Qual è stato il vostro percorso in Bain prima di intraprendere il percorso imprenditoriale?

“Ognuno di noi fondatori ha maturato esperienze significative in Bain, partecipando a progetti di trasformazione strategica e innovazione digitale. È proprio durante questa esperienza che abbiamo potuto osservare da vicino le sfide delle aziende nella gestione del capitale umano, intuendo la necessità di un cambiamento radicale.”

Cosa vi ha spinto a lasciare un ambiente strutturato come quello della consulenza per lanciare una vostra startup?

“L’ambiente consulenziale è eccellente per imparare come approcciare i problemi in modo strutturato, ma sentivamo il desiderio di costruire qualcosa da zero, che avesse un impatto concreto e duraturo. Volevamo rispondere a una domanda reale del mercato con una soluzione innovativa e flessibile. Il Venture Studio di Bain ci ha fornito il contesto perfetto per fare questo salto.”

In che modo il programma interno di Bain vi ha supportato nella fase iniziale del vostro progetto?

“Venture Studio ci ha fornito supporto in ogni fase iniziale: dalla validazione dell’idea, passando per lo sviluppo dell’MVP, fino al test con design partner internazionali. Abbiamo beneficiato anche delle competenze del gruppo IT di Bain e di un network di oltre 500 HR manager intervistati, per costruire una piattaforma che rispondesse realmente alle esigenze del mercato.”

Quali competenze acquisite in consulenza vi sono state più utili nel passaggio verso una realtà imprenditoriale?

“Sicuramente l’approccio pratico e analitico alla risoluzione dei problemi, la gestione del tempo e delle priorità, nonché la sensibilità nel comprendere le esigenze del cliente. Inoltre, l’approccio metodico nella raccolta e analisi dati è stato fondamentale per costruire il nostro motore AI su basi solide.”

Quali sono state le principali sfide nel passare da un ambiente strutturato come Bain a quello dinamico delle startup?

“Passare da un’organizzazione con processi consolidati a un ambiente in cui tutto è da definire richiede flessibilità e resilienza. Le sfide principali sono state legate alla gestione dell’incertezza, alla velocità di esecuzione e alla necessità di prendere decisioni anche con informazioni limitate.”

Quali consigli dareste a chi, come voi, vuole fare il salto dalla consulenza all’imprenditoria?

“Consigliamo di partire da un bisogno reale del mercato, validarlo con dati e utenti reali, e costruire una soluzione scalabile intorno a questo. È importante circondarsi di un team complementare a sé, aprirsi alla cultura del feedback e accettare che l’errore faccia parte del percorso di apprendimento.”

Guardando al futuro, quali sono i vostri principali obiettivi per Talentware e come immaginate il vostro impatto nel mondo del lavoro?

“Il nostro obiettivo è diventare la piattaforma di riferimento per la gestione del capitale umano basata sulle competenze. Vogliamo aiutare le aziende a essere più agili, inclusive e guidate dai dati nella gestione dei talenti, supportando la transizione verso un modello in cui le persone crescono in base alle loro competenze e al loro vero potenziale. In questo modo, puntiamo a contribuire a un mondo del lavoro più trasparente, equo e sostenibile.”

Il passaggio dalla consulenza al mondo delle startup non è, quindi, solo possibile, ma spesso auspicabile per chi cerca impatto, autonomia e crescita accelerata. Le testimonianze dei founder di Talentware lo confermano: le competenze sviluppate in consulenza sono elementi fondamentali anche in contesti imprenditoriali. La chiave, quindi, è la riproposizione delle proprie competenze in nuovi contesti, accettando l’incertezza, con il fine ultimo di trasformare le esperienze pregresse in leva per costruire qualcosa di proprio.

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