Un tempo bastavano un paio di scarpe da ginnastica e una strada davanti a sé per iniziare a correre. Oggi il mondo del running è profondamente cambiato, spinto da un’ondata di innovazione digitale che ha rivoluzionato il modo in cui ci alleniamo, ci motiviamo e ci connettiamo con gli altri. Correre resta uno sport semplice e istintivo, ma attorno ad esso si è sviluppato tutto un ecosistema tecnologico sempre più sofisticato.
Nel giro di pochi anni, il running è passato da essere un’attività individuale e “analogica” a terreno fertile per la tecnologia. La trasformazione digitale ha ridefinito non solo il modo di allenarsi, ma anche il rapporto con il nostro corpo e la relazione con una community globale di runner sempre più interconnessi.
La digitalizzazione della corsa è un settore in pieno sviluppo: esistono molte app che permettono di condividere i dati degli allenamenti. La più utilizzata è senza dubbio Strava, che ha un valore stimato di 2,2 miliardi di dollari e conta circa 150 milioni di utenti in più di 185 paesi nel mondo. Applicazioni come Strava, ma anche Nike Run Club, Garmin Connect e molte altre sono diventate compagne di allenamento indispensabili, capaci di monitorare distanza, velocità, frequenza cardiaca, altitudine e persino il livello di ossigeno nel sangue.
Ma uno degli aspetti più innovativi della digitalizzazione è la dimensione sociale: correre è diventata un’esperienza condivisa grazie ai social network e alle piattaforme dedicate. Pubblicare i propri allenamenti, partecipare a sfide, ricevere “kudos” o commenti contribuisce a creare una community globale di appassionati.
La corsa, sport accessibile e istintivo, è diventata popolare tra i giovani anche grazie agli influencer che, condividendo i loro allenamenti sui vari social, ne hanno aumentato l’appeal. Millennials e Generazione Z, del resto, rappresentano un bacino in forte crescita per tutto ciò che riguarda il benessere e di conseguenza anche per il running. Il mercato globale del wellness vale circa 2 trilioni di dollari ed è sorretto in modo significativo dai consumi di queste generazioni, più attente delle precedenti al benessere fisico e mentale, rafforzando l’identità personale attraverso performance e costanza.
Correre, di conseguenza, si inserisce perfettamente nella logica di un investimento su di sé, tipico di queste generazioni, essendo un’attività misurabile e supportata da dispositivi che ne esaltano la dimensione ludica e social.
Anche i brand sportivi hanno colto questa opportunità creando veri e propri club di corsa, luoghi di aggregazione dove praticare sport e fare nuove conoscenze. Le community del running sono un settore in espansione, che ha avuto un’accelerazione dopo la pandemia: questi gruppi organizzano eventi settimanali e attirano l’attenzione dei grandi marchi, sempre più interessati a supportare tali iniziative.
La passione dei runner per questo sport nutre anche il mercato dell’abbigliamento tecnico che in Italia vale circa 300 milioni di euro: la spesa media annua di un corridore può arrivare a superare i 1000 euro, poiché anche il semplice amatore è disposto a investire molte risorse per possedere i prodotti più all’avanguardia. Questo mercato inoltre, grazie alle nuove tecnologie, è destinato a crescere.
La corsa come attività non organizzata se considerata in tutte le sue forme si può considerare lo sport più praticato al mondo: sono infatti stimati in più di un miliardo coloro che lo svolgono. Ogni anno si organizzano circa 30.000 gare di corsa su strada nel mondo, dalle manifestazioni locali alle maratone internazionali, il cui valore economico globale può essere valutato tra i 15 e i 25 miliardi di dollari.
L’economia globale delle 50 maratone più importanti al mondo raggiunge i 5,2 miliardi di dollari annui; le sei Abbott World Marathon Majors ne generano 2,7 miliardi; il solo marchio New York City Marathon ha un brand value stimato in 292 milioni di dollari, il più alto al mondo. Anche nel nostro Paese il running è un movimento in costante crescita, con un forte impatto economico e sociale: ogni anno si svolgono in Italia più di 5.000 eventi sportivi legati alla corsa su strada, il cui valore economico si aggira attorno ai 220 milioni di euro, mentre il turismo sportivo indotto da queste manifestazioni produce circa 120 milioni di euro di ricavi.
In conclusione si può affermare che la corsa su strada stia vivendo una vera e propria rivoluzione grazie all’intelligenza artificiale e ai nuovi dispositivi smart, alle App e ai wearable di ultima generazione che non si limitano più a tracciare distanza e battito, ma analizzano dati in tempo reale per migliorare postura, prevenire infortuni e creare allenamenti personalizzati. Le scarpe da running stanno diventando sempre più “intelligenti” e possono includere sensori in grado di valutare lo stile di corsa in tempo reale, offrendo consigli per migliorare postura ed efficienza. Il running del futuro sarà sempre più connesso, preciso e coinvolgente poiché la digitalizzazione sta cambiando il significato stesso del correre, che, da semplice gesto fisico, diventerà sempre più un’esperienza completa, tracciata e migliorabile.