Orientarsi tra i corsi di laurea in economia: guida pratica per studenti


Economia Aziendale, Economia e Commercio, Economia e Finanza e tante altre economie. Mettiamo in ordine le idee e capiamo cosa differenzia ogni ambito dagli altri e quale percorso può essere più adatto a uno studente del liceo o a un laureato triennale con le idee non ancora chiare interessato a lavorare in questo mondo dinamico. 

Introduzione 

L’etimologia del vocabolo “Economia” è greca e significa letteralmente “gestione della casa”. Oggi il termine ha assunto un significato molto più ampio e racchiude diverse aree disciplinari. Esiste un tema comune che è quello delle decisioni da prendere circa l’uso alternativo di risorse scarse. Il nostro articolo tratta in modo generale l’ambito economico e i relativi corsi di studio. 

Il piano di studi di una laurea triennale in Economia e Commercio potrebbe non essere così diverso da quello di una laurea in Economia Aziendale, lo stesso vale per le offerte di lavoro, spesso limitate, dei laureati in triennale non in possesso di un titolo magistrale. La vera differenza circa ciò che si studia e le opportunità lavorative è data dalla magistrale in cui ci si laurea, dalle esperienze di tirocinio che si fanno così come dalle attività extra-curriculari (volontariato, associazioni studentesche, rappresentanza studentesca) in cui ci si impegna. 

Economia Politica (Economia) 

L’Economia Politica è l’ambito più strettamente economico. Il termine italiano “Economia Politica” può essere fuorviante e non trova sempre una perfetta traduzione inglese (ad esempio, la “Political Economy” è un ambito accademico specifico di quella che noi italiani chiamiamo “Economia Politica”). Per semplicità, d’ora in poi la chiameremo “Economia”, trattandosi dell’insieme delle discipline economiche a forte contenuto quantitativo e teorico. Possiamo suddividere l’Economia in tre grandi aree: 

● Macroeconomia teorica: studia fenomeni aggregati che riguardano perlopiù entità nazionali o sovranazionali (come l’Unione Europea), tra cui la crescita del PIL, l’inflazione e la disoccupazione. Una celebre metafora parla di “vedere la foresta dall’alto”, dove la foresta rappresenta un sistema economico nazionale. 

● Microeconomia teorica: studia il comportamento delle singole entità economiche circa le decisioni di consumo, nel caso dei singoli individui, e di produzione, nel caso delle aziende. In questo caso vediamo la foresta al livello dei singoli alberi, ossia degli agenti economici. 

● Economia applicata: consiste nell’applicazione delle teorie economiche, soprattutto microeconomiche, a scenari molto concreti. Esistono decine se non centinaia di ambiti oggetto di studio di questa branca, dal mercato del lavoro alle implicazioni ambientali. Alcuni campi molto popolari sono: environmental economics, labour economics, public economics, development economics. 

Nell’ambito delle lauree sia triennali sia magistrali afferiscono specificatamente a questo campo i corsi di studio in Economia e Commercio, Economia, Economia Internazionale, Economia Quantitativa, Economia e Scienze Sociali (e i rispettivi corsi impartiti in inglese).

Per le materie caratteristiche si veda la tabella finale. Consigliamo queste lauree a studenti interessati a capire in profondità l’origine dei fenomeni sociali e che non siano spaventati dalla matematica e dalla statistica. Chi studia Economia potrà proseguire con una magistrale nello stesso ambito oppure orientarsi verso Management, Finanza o settori affini senza difficoltà. Gli sbocchi lavorativi naturali di un percorso (magistrale) in Economia includono la carriera accademica (dopo il conseguimento di un PhD), nel mondo delle istituzioni finanziarie quali la Banca Centrale Europea o aziende di consulenza economica, ma restano certamente aperte anche le opportunità nel settore bancario e delle grandi aziende tecnologiche e di produzione. Le competenze quantitative e analitiche acquisite in questi corsi sono, infatti, molto apprezzate in contesti professionali anche al di fuori dell’economia pura. 

Management (Economia Aziendale) 

L’etimologia di “Economia” a cui facevamo riferimento sopra è la più appropriata definizione che si possa dare al mondo del Management con un caveat: gestione, non più della casa, ma di organizzazioni private e pubbliche composte da risorse materiali e immateriali. In generale, un laureato in Management termina il suo percorso con una conoscenza basilare delle diverse aree funzionali di un’impresa: marketing, risorse umane, finanza aziendale e strategia. Una branca fondamentale dell’Economia Aziendale, che costituisce in realtà una materia a sé stante, è quella della contabilità, della ragioneria e del bilancio. Nell’ambito delle lauree triennali, afferiscono specificatamente a questo campo i corsi di studio in International Management, Economia Aziendale, Gestione Aziendale. Per le materie di studio caratteristiche si veda la tabella finale. Consigliamo questo corso a studenti interessati a lavorare in aziende italiane o multinazionali, oppure nel mondo della consulenza strategica o di revisione contabile. Il rigore e la formalità matematica che caratterizzano i corsi di Economia e quelli di Finanza lasciano parzialmente il posto ad un approccio pratico, fatto di testimonianze e casi studio. Nell’ambito della consulenza strategica ad alto livello, alcuni datori di lavoro popolari sono le cosiddette MBB, mentre per la revisione contabile e la consulenza di vario tipo le Big4. Va tuttavia notato che le opportunità professionali offerte da un background in Management sono generalmente accessibili anche ai laureati in Economia o Finanza, mentre l’inverso non è sempre vero, a causa della minore enfasi su competenze quantitative nei percorsi puramente aziendalistici. 

Finanza 

A molti sarà capitato vedere film come “The Wolf of Wall Street”, dove i lavori in ambito finanziario appaiono come carriere adrenaliniche, estremamente redditizie e simbolo di successo. La realtà è tuttavia spesso ben diversa: essere in questo settore significa lavorare a ritmi serrati, richiede una preparazione eccellente in ambiti quantitativi e la capacità di essere sempre aggiornati e reattivi. 

Se l’economia studia la gestione delle risorse scarse, in finanza si studia come queste risorse – in particolare il denaro – vengono allocate e scambiate nel tempo tra soggetti: siano questi individui, imprese o istituzioni, per massimizzare il loro valore. 

Una volta apprese le nozioni economiche, matematiche e statistiche necessarie, lo studente di Finanza si addentra nelle discipline chiave della materia, le quali cercano di rispondere a domande fondamentali quali: come si valuta un investimento? Come si valuta e gestisce il rischio? Come si decide la struttura finanziaria, ovvero la scelta tra capitale proprio e debito, migliore per un’impresa? 

Il percorso si articola in tre grandi aree:

1. Finanza aziendale, dove si studiano le decisioni di investimento, finanziamento e distribuzione dei dividendi da parte delle aziende. 

2. Mercati finanziari, dove si analizzano il funzionamento di borse, banche, strumenti derivati e altri intermediari, nonché il comportamento degli operatori economici. 3. Gestione degli investimenti, dove si studia la costruzione e l’analisi dei portfolio, la valutazione dei vari asset finanziari e le varie strategie di allocazione del capitale. Le opportunità lavorative per chi sceglie un percorso di questo tipo sono varie e diverse tra loro, ma le più ambite sono: investment banking, private banking, risk management, consulenza strategica e finanziaria, private equity, hedge fund, funzioni finanziarie interne alle aziende come controllo di gestione e tesoreria, carriere nella regolamentazione e supervisione come banche centrali e autorità di vigilanza. 

Nell’ambito delle lauree sia triennali sia magistrali, i corsi che rientrano specificamente nell’area della Finanza sono Economia e Finanza, Economia e Commercio, Finanza, Banca e Mercati, Intermediari e Mercati Finanziari, Finanza Quantitativa e i rispettivi percorsi in inglese. Per le materie caratteristiche si veda la tabella finale. Va fatta però una doverosa precisazione: per i ruoli spiccatamente quantitativi (finanza quantitativa), le aziende tendono a preferire candidati con background STEM, dove la familiarità con strumenti di programmazione, statistica avanzata e modellizzazione matematica è spesso più importante della conoscenza “classica” della finanza, quindi è doveroso capire bene cosa si voglia fare e strutturare al meglio il proprio percorso. Fatta questa premessa, questo tipo di percorso è indicato per studenti interessati a comprendere in profondità il funzionamento dei mercati, a lavorare con numeri e modelli quantitativi e a intraprendere carriere nel mondo bancario, finanziario o della consulenza finanziaria. È consigliato a chi possiede buone capacità analitiche e non teme un approccio teorico-matematico alle decisioni economiche. 

Altri ambiti affini 

Abbiamo illustrato le tre più importanti discipline economiche. Esistono comunque molteplici corsi non puramente economici che comunque ricorrono spesso all’analisi economica e alle teorie economiche: data science, gestione delle organizzazioni culturali, gestione dei beni culturali, management della sostenibilità. Il lettore interessato a uno di questi ambiti può approfondire consultando i programmi dei principali corsi di laurea nelle discipline menzionate. 

Dati 

Analizziamo le statistiche AlmaLaurea relative ai laureati magistrali (v. fonti per triennali). Osservando i dati dei corsi in LM-77 (Management), LM-56 (Economia) e LM-16 (Finanza) possiamo notare che per ciò che concerne LM-77, a un anno di conseguimento del titolo di laurea il tasso di occupazione si attesta al 86.7%, dato che sale al 91.7% passati 5 anni, così 

come il reddito passa da 1.588 euro a un anno, a 1.955 euro al mese a 5 anni. Per LM-56 invece il tasso di occupazione a un anno risulta essere del 84.6% e del 90.7% dopo 5 anni, con il salario che dai 1.614 euro sale ai 1.964 euro netti al mese. Per quanto riguarda LM-16, a un anno dalla laurea risulta esserci un tasso di occupazione del 90.6% – il più alto – che sale a 95.8% a 5 anni di conseguimento del titolo, con stipendio medio netto che passa da 1.779 euro al mese a 2.160 euro al mese dopo 5 anni. 

Conclusione 

Scegliere un corso significa fare i conti con le proprie attitudini e ambizioni personali. Questa guida offre un primo orientamento, ma il passo successivo è confrontarsi con chi ha già

affrontato questi percorsi, esaminare attentamente i piani di studio delle università e valutare le esperienze professionali a cui ciascun corso può portare.

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