Introduzione
Nel passaggio dall’università al lavoro, il personal branding non è cosmetica digitale ma gestione strategica del proprio capitale umano. La letteratura ne offre una definizione precisa: un processo intenzionale di creazione, posizionamento e manutenzione della reputazione professionale. Questo enunciato dimostra che la narrazione personale incide in modo autonomo su occupabilità percepita e soddisfazione di carriera, oltre che sul bagaglio di competenze tecniche. Le aziende, dal canto loro, stanno integrando indicatori reputazionali nei processi di talent acquisition, perché aiutano a leggere meglio il potenziale dei profili junior, iniziando a guardare le attività social e nei blog.
Perché conta: narrazione e risultati
Il personal branding rende visibile, credibile e tracciabile il tuo valore professionale: la ricerca mostra che strategie intenzionali di narrazione personale aumentano l’employability e, per effetto, la soddisfazione di carriera, con un contributo aggiuntivo rispetto a titoli ed esperienza. In pratica, riduce l’asimmetria informativa: tra i datori di lavoro che consultano i social il 58% cerca informazioni che confermino le qualifiche del candidato (e il 50% valuta la professionalità della presenza online) (sondaggio CareerBuilder, The Harris Poll); amplia il capitale sociale: più accesso a collaborazioni e sponsorship, focalizzarsi sulle competenze e raccontarle, può moltiplicare l’insieme di persone e opportunità professionali fino a 10x. L’auto-narrazione è efficace quando lo storytelling è sostenuto da evidenze accademiche e professionali, è coerente su canali diversi e aggiornato periodicamente agli obiettivi. Un punto fondamentale per il successo sono autenticità e trasparenza: dichiarare cosa sai realmente, cosa stai imparando, gli inciampi e le difficoltà del proprio percorso, è fondamentale per costruire fiducia e si differenzia dall’estetica “patinata”, permettendo di costruire una relazione profonda con il proprio pubblico. (LinkedIn, The Future of Recruiting 2024, LinkedIn Talent Insights).
In sintesi: Raccontarsi con esempi e tracce verificabili aiuta il network a farsi un’idea chiara e coerente del profilo: il personal branding non è “apparire”, ma dimostrare con metodo, in modo onesto e trasparente, il valore che puoi generare.
Dalla teoria alla pratica
Se il personal branding funziona quando autenticità, prove di competenza e coerenza cross-platform riducono l’asimmetria informativa, Chiara Casadei ne è un caso esemplare. Dalla Cattolica agli Stati Uniti, ha trasformato la routine di studio in una narrazione pubblica che unisce TikTok e podcast, portando in superficie risultati, errori e apprendimenti: segnali
reputazionali chiari e verificabili. Nella conversazione che segue, Chiara racconta come una sfida universitaria, sia diventata l’innesco di una narrazione quotidiana che ha trasformato lo studio in connessioni reali e opportunità concrete.
Intervista a Chiara Casadei
Lorenzo: Dalla tua esperienza alla Cattolica ai video virali su TikTok: qual è stata la scintilla che ha trasformato lo studio in storytelling di successo? Come mantieni autenticità e coerenza orchestrando TikTok, podcast e radio nel racconto di te stessa?
Chiara: Nel 2022 dovevo dare quattro esami in sette giorni per partire “leggera” per Harvard. Ho aperto TikTok, ho detto “vi porto con me” e ho raccontato in modo reale alti e bassi, dai voti agli scleri sui libri: è lì che lo studio è diventato racconto. La coerenza la mantengo restando me stessa, non sono i social a decidere chi sono, il podcast “Chiara Chiacchiera” mi permette di mostrare la parte più profonda e vulnerabile che nei video brevi si perde.
Lorenzo: Harvard e Berkeley hanno allargato il tuo orizzonte internazionale: quali insegnamenti personali e professionali ti hanno più potenziata?
Chiara: Mi hanno dato intensità, organizzazione e responsabilità: prepararsi con largo anticipo per partire senza arretrati mi ha insegnato metodo. Negli USA ho consolidato l’idea che impegno e disciplina fanno davvero la differenza.
Lorenzo: Guardando la community Gen Z che ti segue, qual è l’errore più frequente nella costruzione del brand e come suggerisci di evitarlo?
Chiara: Costruire un’immagine idealizzata e fingere di avere tutto sotto controllo. Suggerisco di scegliere cosa condividere ma restare reali, ammettere errori e fragilità è fondamentale. Il mio riferimento è Whitman: “I exist as I am, that is enough.”
Lorenzo: Come immagini l’evoluzione del brand ”Casadei” nei prossimi cinque anni e quali traguardi personali vuoi raggiungere?
Chiara: La priorità è stare serena facendo ciò che amo, lavorare con persone di valore e non perdere la spontaneità. Ho appena comprato la mia prima casa: voglio crescere con onestà e consapevolezza, cogliendo le opportunità senza smarrire chi sono, non devo “conquistare il mondo”.
Conclusioni:
Per chi si laurea oggi, la rotta è chiara: definire il proprio posizionamento (valori, tesi di competenza, ambito), dimostrarlo con evidenze pratiche (portfolio, progetti, casi, referenze) e mantenerlo vivo con coerenza tra le varie piattaforme. La testimonianza di Chiara rende concreto ciò che la teoria suggerisce: l’elemento differenziante non è “apparire”, ma governare la propria narrazione senza perdere umanità e trasparenza. La sua pratica: documentare lo sforzo, accettare gli inciampi, usare un formato più intimo come il podcast per dare profondità, si incrocia con l’evidenza scientifica dimostrando che l’autenticità funziona se è intenzionale e verificabile, perché permette di avere un rapporto profondo col proprio pubblico e genera segnali che i recruiter riconoscono.
Fonti:
● Frontiers in Psychology — Personal branding: Interdisciplinary systematic review and research agenda (2018) — Gorbatov, Khapova, Lysova.
● European Journal of Work & Organizational Psychology — Work does not speak for itself: Examining the incremental validity of personal branding in predicting knowledge workers’ employability (2024) — Gorbatov, Oostrom, Khapova.
● Harvard Business Review — A New Approach to Building Your Personal Brand (2023) — Avery, Greenwald.
● Harvard Business Review — Your Personal Brand Needs a Refresh. Here’s Where to Start (2024) — Clark, Chamorro-Premuzic.
● McKinsey & Company — Increasing your return on talent: The moves and metrics that matter (2024) — Bérubé, Fogarty, Gandhi, Mathew, Mugayar-Baldocchi, Seiler.
● Gallup — The Recruitment Process Is More Digital Than Ever (2024) — Kemp.
● CareerBuilder / The Harris Poll — More Than Half of Employers Have Found Content on Social Media That Caused Them Not to Hire a Candidate (CareerBuilder Survey) (2018) — CareerBuilder / The Harris Poll.
● 2024, LinkedIn Talent Insights