Il cambiamento che parte dalla strada: mobilità sostenibile nella governance aziendale


Negli ultimi anni, il tema della mobilità sostenibile rappresenta uno snodo centrale nel dibattito  sulla salvaguardia dell’ambiente, sull’innovazione e sulla crescita economica. Difatti, con  sempre più frequenti casi di inquinamento atmosferico e acustico, cambiamenti climatici ed  aumento dei prezzi del gas è necessario un nuovo approccio che promuova soluzioni  innovative, come l’uso di mezzi di trasporto ecologici, biciclette o veicoli condivisi (car sharing) 

che permettono, grazie anche allo sviluppo delle tecnologie smart, di oArire una profonda  trasformazione del modo con cui persone e merci si muovono sul territorio. In Italia, come  segnalato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, una forte criticità deriva dal  trasporto stradale che contribuisce alle emissioni totali di gas serra nella misura del 23% (di  cui il 60% circa attribuibile alle autovetture), alle emissioni di ossidi di azoto per circa il 50% e  alle emissioni di particolato per circa il 13% (ISPRA, 2017). Dunque, l’adozione di un sistema di  mobilità sostenibile, a basso impatto ambientale, in un contesto urbano, è fondamentale per il  miglioramento della qualità di vita dei cittadini e del pianeta, contribuendo a ridurre le  emissioni di CO₂ e migliorare la qualità dell’aria. In un’ottica sempre più attenta alla  sostenibilità, nel 2016 Carlos Moreno ha introdotto un nuovo concetto di città policentrica, in  cui i cittadini possono soddisfare la maggior parte delle proprie esigenze (lavoro, istruzione,  salute e tempo libero) entro i 15 minuti a piedi, in bici o con i mezzi pubblici dalla propria  abitazione, migliorando l’accessibilità e riducendo la dipendenza dall’auto.  

La chiave sostenibile per la creazione di valore 

Oggigiorno, il dibattito sulla mobilità circolare si è maggiormente spostato dall’ambito urbano  a quello legato alle imprese, il cui impatto è fondamentale in questa trasformazione. Il settore  dei trasporti contribuisce allo sviluppo dell’economia con conseguenze importanti  sull’ambiente e sulla società. È emerso, infatti, che le aziende rivestono un ruolo determinante 

verso un sistema di mobilità sostenibile, influenzando di continuo la mobilità in una duplice  prospettiva: attraverso lo spostamento del personale dipendente – tragitto casa-lavoro – ed i  flussi logistici delle merci, le cui scelte sono strategiche per la localizzazione degli stabilimenti.  In tale contesto, la trasformazione diviene una vera e prova leva strategica nel mondo  aziendale; una scelta di carattere non soltanto etico-morale ma un’opportunità per ottimizzare  i costi, migliorare l’eAicienza operativa e creare valore competitivo. Tra le iniziative,  un’organizzazione può predisporre, mediante la figura del mobility manger, introdotta dalle  recenti normative, un piano che si occupi dell’analisi degli spostamenti quotidiani casa-lavoro  dei dipendenti, che permetta di delimitare le zone abitative e di introdurre dei sistemi di flotte  di biciclette/monopattini o di iniziative di car pooling aziendale, ovvero la condivisione dell’auto  tra colleghi che compiono tragitti simili. In tal senso si riduce l’impatto ambientale, ritardi,  stress e costi operativi dei singoli lavoratori, i cui risultati nel lungo periodo riflettono  positivamente sulla produttività. Nell’ambito del car pooling rientra anche il corporate car 

sharing, che consiste nella gestione di un parco auto aziendale condiviso, in cui le vetture  possono essere utilizzate e prenotate dai dipendenti in base alle proprie esigenze, con il  pagamento di una quota associativa e di una tariAa oraria o chilometrica basata sul consumo  eAettivo. A dimostrazione, il Gruppo Pirelli, nel 2021 ha reso disponibile un sistema “CYCL-e  Around” che permette di usufruire ai dipendenti di una flotta di e-bike di alta gamma,  supportata da una piattaforma per la gestione delle prenotazioni e servizio di manutenzione  ordinaria. Un’ulteriore azione da poter intraprendere da parte delle aziende è l’introduzione o  il potenziamento dello smart working che ha influenzato positivamente la mobilità urbana ed i  costi aziendali. Lo studio condotto dall’ENEA del 2022 vuole evidenziare come l’attuazione  delle politiche di smart working conducano a una riduzione annua di circa 450 kg di CO₂ per  persona, risultato della diminuzione degli spostamenti, delle emissioni evitate negli ambienti  di lavoro fisici e delle emissioni aggiuntive generate lavorando da casa. 

No alle quattro ruote, sì agli incentivi!  

Al fine di promuovere pratiche di mobilità sostenibile sono stati introdotti degli incentivi  finanziari per coloro che si recano a lavoro in bicicletta. In Belgio, Olanda, e più recentemente in Francia, è prevista un’indennità di viaggio che premia i ciclisti con 0,25 euro per ogni  chilometro percorso, misura che ha portato un aumento del 50% nell’utilizzo di bici. In tale  prospettiva, in Austria, l’azienda Omicron ha premiato i propri dipendenti che percorrono  distanze senza ricorrere alle autovetture, con dei punti per l’acquisto di prodotti destinati allo  sport o alla salute. In Italia, invece, il comune di Reggio Emilia si è reso protagonista del  progetto “Bike to Work” che prevede l’utilizzo di un’app dedicata per monitorare i tragitti casa 

lavoro eAettuati in bicicletta. Ai lavoratori viene riconosciuto un rimborso di 0,20 euro al  chilometro, fino a un massimo di 50 euro mensili.  

Pertanto, si può ritenere che, la mobilità sostenibile, costituisca una concreta possibilità per  contribuire alla salvaguardia del pianeta, ma anche per ripensare a processi e migliorare le  proprie strategie, costruendo un modello di business più solido e competitivo. 

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