Inclusione 4.0: la rivoluzione digitale che abbatte le disuguaglianze generazionali


L’Italia si trova a un punto di svolta. Nel dibattito pubblico, economico e politico si fa sempre più chiara una verità: non basta colmare il divario tecnologico, serve ridurre quello formativo.

La distanza tra chi ha accesso a percorsi di qualità e chi ne resta escluso è diventata una delle barriere più pesanti alla crescita sociale ed economica del Paese e a pagarne il prezzo più alto sono spesso i giovani.

La forbice che pesa

I numeri raccontano bene questa urgenza. Secondo gli ultimi dati Istat, solo poco più di un terzo degli adulti dai 25 anni partecipa a corsi o attività di formazione, formali o informali. Ma il divario formativo inizia molto prima: già durante e dopo la scuola, molti giovani incontrano difficoltà ad accedere a percorsi di aggiornamento o di specializzazione di qualità.

La disoccupazione giovanile e la precarietà incidono profondamente anche sul livello di competenze. Chi rimane ai margini del mondo del lavoro o dell’istruzione per più di un anno mostra punteggi sensibilmente inferiori rispetto ai coetanei impegnati in percorsi di studio o di occupazione. Il rischio è che un’intera generazione resti esclusa dalle opportunità che la transizione digitale porta con sé.

Il quadro si fa ancora più complesso se si guarda alle differenze interne al Paese. Giovani del Mezzogiorno, studenti provenienti da famiglie con difficoltà economiche o con minori opportunità educative, ragazzi che vivono lontano dai grandi centri urbani: tutti partecipano molto meno ai percorsi formativi. Il divario, in questo senso, si trasforma in disuguaglianza sociale, perché manca la possibilità di emanciparsi davvero.

Quando la formazione digitale apre le porte dell’inclusione

La digitalizzazione può cambiare le regole del gioco. Se progettata con attenzione, la formazione digitale diventa un alleato potente per i giovani che vivono in contesti svantaggiati o in territori periferici. Le piattaforme online abbattono le distanze, cancellano i costi di spostamento e permettono di imparare ovunque e in qualunque momento.

Per molti ragazzi e ragazze, questa flessibilità è una vera rivoluzione. Studenti che lavorano, giovani genitori, chi si prepara a entrare nel mondo del lavoro: tutti possono costruire un percorso personalizzato, adattandolo ai propri ritmi e ai propri obiettivi.

C’è un altro aspetto spesso sottovalutato: le competenze trasversali. Comunicazione, empatia, adattabilità, gestione delle relazioni, benessere personale e problem solving sono skills sempre più richieste, soprattutto dalle grandi aziende. Eppure, i giovani che vivono in condizioni di fragilità hanno meno occasioni per svilupparle. I corsi digitali, invece, attraverso simulazioni, laboratori e casi reali, permettono di allenarle e metterle in pratica.

La formazione online aiuta anche a rendere visibile il proprio valore. Badge e certificazioni digitali consentono ai giovani di mostrare le proprie competenze e di farsi riconoscere nel mercato del lavoro, superando barriere che un tempo sembravano invalicabili.

Un esempio concreto di impatto sociale

In Italia c’è chi ha deciso di trasformare questa visione in realtà. PA360 Training on Skills ha creato una piattaforma con oltre 250 corsi dedicati a soft skills e life skills, dalla comunicazione alla gestione dei conflitti, dall’empatia al benessere personale. 

“Abbiamo scelto di investire senza compromessi nella qualità e nella varietà del nostro catalogo perché crediamo che la crescita personale e la valorizzazione dei talenti debbano essere accessibili a tutti, in ogni contesto lavorativo e scolastico”, spiega Michele Petrone, founder e CEO di PA360 Training on Skills.

Una sfida che riguarda tutti

Perché la formazione digitale possa davvero fare la differenza per i giovani, serve una rete di condizioni favorevoli: connessioni affidabili, dispositivi accessibili, competenze digitali e, soprattutto, la consapevolezza che investire nella propria formazione apre opportunità concrete per il futuro professionale.

Quando scuole, università, aziende e terzo settore collaborano e i percorsi sono riconosciuti, personalizzati e aggiornati, la formazione diventa uno strumento potente per preparare i giovani ad affrontare il mercato del lavoro con competenze solide e trasversali. È fondamentale costruire un ambiente dove la conoscenza non è un privilegio, ma un diritto che crea opportunità e restituisce fiducia nel futuro.

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