Big picture sull’Intelligenza artificiale: il caso Fineco


L’intelligenza artificiale (IA) è una tematica di grande attualità che nei prossimi anni si svilupperà esponenzialmente con prospettive che, nel lungo periodo, appaiono ancora incerte e, all’atto pratico, anche poco immaginabili. L’IA sta cambiando molte delle relazioni uomo-macchina e avrà sempre più una presenza pervasiva nelle nostre vite. Ad un livello più pratico, i listini azionari sono un ottimo esempio: soprattutto nell’ultimo anno, i movimenti maggiori si sono sviluppati a partire dal settore tech, grazie allo sviluppo di software ed hardware per l’IA; inoltre, aziende come OpenAI hanno raggiunto valutazioni record.

A fronte di ciò, risulta utile indagare le conseguenze economiche, potenziali e già in atto: nuovi modi di produrre, soprattutto in quelle catene di montaggio altamente automatizzate, un qualcosa che già si è visto in anni recenti con l’arrivo dei robot; nuovi modi di concezione e di offerta dei servizi; il PIL degli stati che potrà trarre beneficio da un miglioramento della produttività e dell’efficienza, così come le aziende che potranno beneficiare di profitti più elevati; molti altri fattori che, più o meno pesantemente, verranno impattati dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Analizzando più nel dettaglio i cambiamenti che l’intelligenza artificiale porta e porterà all’interno delle aziende, oggi i sistemi e i processi aziendali sono sempre più in evoluzione e pervasi dall’IA. Possiamo quindi chiederci dove e come viene applicata l’IA.

L’adozione dell’intelligenza artificiale non è uniforme, ma segue dinamiche precise che variano da settore a settore. Un’analisi di McKinsey del 2019 (Global AI Survey) aveva già evidenziato come l’industria automotive fosse pioniera nell’integrazione dell’IA, soprattutto per l’automazione dei processi produttivi, mentre il settore dell’edilizia risultava più cauto. Ad oggi, come indicato nei report di McKinsey sull’intelligenza artificiale (The state of AI 2025), oltre il 70% delle imprese intervistate adottano l’IA in almeno un processo aziendale, con impatto sempre maggiore anche in funzioni come il marketing, lo sviluppo di nuovi prodotti e i servizi al cliente. Ciò che muove le aziende ad introdurre e ad utilizzare sempre più l’intelligenza artificiale è in primo luogo il potenziale impatto che questo strumento può avere sulla redditività.

Di seguito un elenco di alcune aziende che oggi sono leader nell’uso dell’IA nei processi interni ed esterni: Amazon ha implementato l’IA in ogni fase delle propria catena del valore, con un uso pervasivo di robot e automatizzazione nella logistica e con i suggerimenti personalizzati per gli acquisti che sono l’esempio più emblematico di come l’IA possa dare un boost alle vendite; anche Netflix usa il machine learning per proporre agli utenti contenuti in linea con i propri gusti e aumentare l’engagement; nel settore finanziario, imprese come Goldman Sachs usano l’IA per l’analisi del rischio e per automatizzare le negoziazioni, aumentando l’efficacia e il rendimento; le aziende farmaceutiche, come Roche, usano algoritmi avanzati per sviluppare nuovi farmaci abbattendo il costo di R&D.

Un caso di un’azienda italiana può aiutare a comprendere le trasformazioni che l’IA potenzialmente porta all’interno delle imprese. Si tratta di una banca innovativa, leader nel digital banking, che ha fatto della tecnologia il proprio DNA: Fineco, realtà fintech che ha riscosso molto successo. Più nel dettaglio, Fineco, proprio nel corso del 2025, ha introdotto l’uso dell’IA nella creazione dei portafogli che i consulenti finanziari propongono ai clienti: in questo modo, in pochi minuti un consulente è in grado di proporre un pacchetto di investimenti che integra i rendimenti attesi, i backtest (ovvero i test su dati storici) e un commento qualitativo del portafoglio stesso; lo strumento adottato restituisce come output una composizione di fondi, ETF e altri prodotti finanziari coerenti con quanto richiesto dal consulente, mostrando anche i costi di ogni portafoglio creato e il rischio ad esso associato. 

Oltre alla creazione di un portafoglio, il tool permette di confrontare vari portafogli e di analizzare quelli già esistenti. Risulta importante notare come questa novità non vada a sostituire il lavoro di qualcuno, quanto a migliorarlo e renderlo più efficiente, con potenziali benefici in termini di efficacia, efficienza e costi. Inoltre, è importante sottolineare come questa IA sia stata addestrata con logiche proprie di Fineco, per far coincidere gli output con i valori e le caratteristiche che contraddistinguono questa banca. Infine, in futuro, un simile tool può essere offerto direttamente ai clienti per migliorare i servizi offerti e la soddisfazione; così facendo, la banca riesce ad aumentare ulteriormente la fidelizzazione dei clienti, oltre che ridurre i costi e i rischi sia per sé che, potenzialmente, per i clienti.

Dopo aver esplorato questa implementazione di intelligenza artificiale all’interno dei sistemi e dei processi di un’azienda, possiamo concludere allargando nuovamente l’orizzonte. Abbiamo visto l’impatto che l’IA può avere su come vengono erogati dei servizi e sui processi aziendali. Generalizzando quanto visto, si può sostenere che l’efficienza e la redditività subiranno un boost grazie a nuove applicazioni dell’intelligenza artificiale, portando ad una spinta ulteriore sulla crescita del PIL; però, non è tutto oro ciò che luccica: bisogna saper cavalcare l’onda e, se non si riesce, c’è il rischio di rimanere indietro e di perdersi questa ennesima rivoluzione digitale. Inoltre, c’è la possibilità che le diseguaglianze si accentuano ulteriormente, soprattutto per quei paesi che non sono in grado di sostenere gli ingenti costi infrastrutturali richiesti.

Per concludere, grande è il punto interrogativo sul futuro dell’occupazione: alcuni lavori già sono stati sostituiti dall’IA, mentre altri sono a rischio. Probabilmente, bisogna saper stare al passo anche sotto questo punto di vista: a fronte di lavori che cambiano o vengono sostituiti, nasceranno altre opportunità da cogliere, con una maggiore specializzazione sul saper governare questi nuovi sistemi di intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale non è da vedere come un nemico, ma come un mezzo, uno strumento che può aiutare a migliorare il lavoro e la società, e tutti dovremmo impegnarci per raggiungere questo fine, cosicché il valore dell’uomo sia preservato.

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