Il lavoro come missione: perché la Gen Z vuole cambiare il mondo, non solo guadagnarsi da vivere


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Negli ultimi anni, viaggiando per l’Italia e partecipando a innumerevoli hackathon e discussioni nelle scuole, ho visto emergere una chiara realtà: per le nuove generazioni, il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma una missione. Soprattutto, la GenZ cerca qualcosa di più profondo di una semplice carriera. Sono alla ricerca di ruoli che riflettano i loro principi e valori, in particolare quelli legati alla sostenibilità ambientale e all’impatto sociale

Questo fenomeno non è confinato all’Italia. Solo qualche settimana fa, ho partecipato ad un hackathon organizzato con Future Food Institute presso la scuola superiore The Masters School di Dobbs Ferry, vicino a New York, dove 80 giovani tra studenti, insegnanti e presidi hanno lavorato su iniziative legate a cause mondiali. In ogni progetto, dal cambiamento climatico alla giustizia sociale, ho visto una dedizione straordinaria verso l’attivismo. Questi giovani non cercano solo soluzioni pratiche: vogliono essere parte di un movimento più grande, uno che definisca cosa significa lavorare in un mondo in continua trasformazione.

Numeri e trend in ascesa

Le statistiche confermano questa inclinazione. Secondo uno studio di Deloitte del 2023, il 44% dei giovani della Gen Z sceglie un datore di lavoro in base ai suoi valori etici e all’impegno verso la sostenibilità, mentre il 77% si sente fortemente coinvolto in questioni sociali e ambientali. Non sorprende quindi che stiano rifiutando opportunità in aziende che non sono in linea con questi valori. In un mondo sempre più polarizzato e afflitto da sfide globali, la Gen Z vede nel lavoro una piattaforma attraverso cui agire.

Durante le attività che ho organizzato con Conthackto, ho visto come l’entusiasmo per la tecnologia venga incanalato non solo verso l’innovazione, ma anche verso il cambiamento. I giovani con cui ho lavorato sono fermamente convinti che, attraverso soluzioni tecnologiche innovative, possano contribuire a risolvere problemi concreti, dalla riduzione delle emissioni di CO2 all’orientamento nelle scuole.

Dall’attivismo alla professione

Questo desiderio di impatto sociale non si limita all’attivismo giovanile. Sempre più giovani trasformano la loro passione in professioni legate alla sostenibilità. Il mercato del lavoro sta rispondendo a questa esigenza, con un aumento delle posizioni orientate all’impatto sociale, come quelle nel settore della responsabilità sociale d’impresa (CSR) o della gestione della sostenibilità. Secondo LinkedIn, le offerte di lavoro per professioni legate alla sostenibilità sono cresciute del 74% tra il 2021 e il 2023. Questo aumento evidenzia come le aziende stiano cercando di adattarsi e rispondere alle aspettative della nuova generazione.

Migliaia di giovani in tutto il mondo si riuniscono in tantissimi eventi, per esplorare non solo il futuro delle competenze, ma per comprendere come queste competenze possano essere applicate per risolvere problemi globali. Queste esperienze dimostrano come la sostenibilità non sia più un argomento di nicchia, ma il nuovo standard per i giovani che entrano nel mercato del lavoro.

Un Nuovo Modo di Fare Impresa

Le imprese che vogliono attrarre e trattenere i migliori talenti della Gen Z devono fare di più che promuovere la sostenibilità in modo superficiale. Devono essere disposte a cambiare la loro cultura aziendale, a ripensare i processi e a integrare la sostenibilità in ogni livello della loro operatività. Secondo un report di Accenture, il 62% dei giovani della Gen Z considera l’impegno sociale e ambientale delle aziende un fattore cruciale nella loro scelta di lavoro. Non si tratta solo di numeri; si tratta di un cambio di paradigma.

Il futuro del lavoro: un futuro di impatto

Guardando avanti, è evidente che il futuro del lavoro non sarà definito solo dalla tecnologia o dall’innovazione digitale. Sarà un futuro plasmato dal desiderio di lasciare un segno positivo e duraturo. La Gen Z vuole contribuire a risolvere le sfide globali, trasformando il lavoro in uno strumento di cambiamento.

Durante il mio viaggio tra scuole e generazioni, tra hackathon, bootcamp, ted talks, ho potuto constatare una verità fondamentale: le nuove generazioni non vogliono solo adattarsi al mondo del lavoro, ma trasformarlo. E questa trasformazione non riguarda solo loro, ma l’intero tessuto sociale ed economico. Le aziende che accoglieranno questa visione non saranno solo le leader del futuro, ma saranno parte di un cambiamento che lascerà un impatto significativo sul pianeta e sulla società.

Il futuro del lavoro è un futuro di impatto sociale e sostenibilità. Sta a noi, come leader e innovatori, scegliere che tipo di impatto vogliamo avere e come possiamo supportare questa nuova generazione di professionisti e attivisti nel realizzare il loro potenziale.

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