Il mercato dei videogiochi in Italia: opportunità di un settore in fase di sviluppo


Fatturati miliardari, un numero di aziende del settore in crescita continua e oltre 2.800 dipendenti impiegati in ambiti come logistica, design, arte, immagine e sviluppo di tecnologie all’avanguardia: quello dei videogiochi è un business che in Italia registra ogni anno incrementi significativi. 

Questo mercato rappresenta una delle più grandi opportunità per il futuro del nostro Paese, sia dal punto di vista economico che generazionale. Un’opportunità che, con i giusti investimenti nella formazione tecnica e professionale, potrebbe portare alla nascita di un nuovo concetto di Made in Italy.  

Gli italiani e i videogiochi

Dalle prime console nate in Giappone fino ai leggendari Commodore 64, che hanno rivoluzionato l’informatica e la creatività videoludica a livello globale, quello dei videogame è un universo che ha appassionato e continua ad appassionare milioni di persone in tutto il mondo. Negli ultimi anni, inoltre, questo ambito non è più visto solo come un passatempo, ma ha trovato spazio anche come strumento educativo in alcuni contesti scolastici.

Il nostro Paese non è ovviamente estraneo a questo mondo. Il pubblico dei videogiocatori italiani ha registrato nel tempo oscillazioni, tra alti e bassi, influenzate anche dal contesto pandemico: durante le quarantene, l’interesse verso i videogiochi è cresciuto sensibilmente, salvo poi ridursi con il ritorno alla normalità e la riscoperta di altre attività. 

Ciò che è certo è che oggi la maggior parte dei videogiocatori italiani è composta da adulti: circa 7 su 10 sono maggiorenni, con una particolare concentrazione nelle fasce d’età tra i 15 e i 24 anni e tra i 45 e i 64 anni. A prevalere sono gli uomini, ma negli ultimi anni si è registrato un aumento della presenza femminile, che nel 2024 ha raggiunto il 14% del totale.

Nel solo 2024, circa 10 milioni di italiani hanno dichiarato di dedicare almeno un’ora a settimana ai videogiochi, anche se si registra un calo del 4% rispetto all’anno precedente. L’età media dei videogiocatori si attesta intorno ai 31 anni. Secondo i dati più recenti, il numero complessivo di videogiocatori in Italia è cresciuto dell’8%, raggiungendo i  14 milioni di utenti annui. Si tratta di persone più o meno appassionate, che investono tempo, denaro e attenzione in un settore che oggi rappresenta una parte significativa della loro vita quotidiana e del tempo libero.

Il mercato

Quello dei videogiochi è un settore che non viene più considerato esclusivamente da un punto di vista economico. Come già accennato, ha assunto una valenza anche culturale ed educativa, tanto che negli ultimi mesi lo stesso Ministero della Cultura gli ha riservato particolare attenzione, alla luce dei dati significativi di crescita.

Nel dettaglio, nel 2024 il settore ha registrato la sua migliore performance in termini di business, segnando un aumento rispetto al 2023 e raggiungendo, secondo le stime, un fatturato di 2,4 miliardi di euro. Di questi, ben 1,8 miliardi – pari al 77% del giro d’affari – provengono dal segmento software, che ha visto un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, posizionandosi così come il comparto economicamente più redditizio. Un ruolo sempre più centrale, invece, è ricoperto dalle app, diventate fondamentali nelle abitudini dei gamer nostrani. Solo nel 2024, il mercato italiano delle app ha generato 908 milioni di euro, con un aumento del 16% rispetto al 2023. Questo dato conferma che il digitale, il cui valore complessivo è stimato in 715 milioni di euro (+20% rispetto all’anno precedente), rappresenta il vero punto di forza economico del settore, superando nettamente il comparto fisico, ovvero quello dell’hardware.

Quest’ultimo, infatti, ha subito un calo del 18%, fermandosi a 548 milioni di euro. Nonostante ciò, rimane una quota rilevante che sottolinea come, seppur in calo, l’hardware continui a giocare un ruolo importante. Tuttavia, è sul fronte del digitale e degli strumenti immateriali che le aziende italiane stanno mostrando maggiore competitività e capacità di crescita sul piano europeo e internazionale. 

La formazione

Questo rappresenta forse uno dei punti più critici legati al mondo dei videogiochi in Italia. Al di là di alcune realtà tra Milano e Torino – che continuano a distinguersi come eccellenza nelle discipline tecnico-scientifiche –  il nostro sistema universitario pubblico presenta ancora una carenza di corsi di laurea che affrontino in modo strutturato, competitivo e interdisciplinare il settore videoludico.

Infatti, quello dei videogiochi non è un semplice passatempo per giovani e bambini, ma un ambito che richiede competenze tecniche avanzate e una conoscenza approfondita di molteplici aspetti. Creare, ad esempio, un videogioco sportivo è un’attività profondamente diversa rispetto allo sviluppo di uno sparatutto: cambiano le logiche di programmazione, le tecniche di progettazione, le texture, il gameplay e soprattutto il modo in cui i giocatori interagiscono con la struttura del gioco. Alla base di tutto ciò vi è un mix di competenze: non solo quelle tecniche, legate alla creazione e allo sviluppo di un videogioco, ma anche conoscenze di mercato, marketing e comunicazione. Serve infatti comprendere le tendenze in continua evoluzione del settore, saper analizzare i dati, anticipare le richieste del pubblico e adattarsi ai cambiamenti culturali e tecnologici. 

Un esempio significativo di questa trasformazione è rappresentato dal fenomeno dello streaming e del gameplay online, che ha portato le aziende a sviluppare giochi pensati non solo per chi gioca, ma anche per chi guarda altri giocare, trasformando l’esperienza in uno spettacolo.

Nonostante queste lacune educative, in Italia sono comunque nate numerose accademie private e corsi universitari in atenei non statali che offrono una formazione più mirata e attuale rispetto ai corsi tradizionali. Questo è un segnale evidente della necessità, nel nostro Paese, di una vera e propria rivoluzione nell’istruzione. Una rivoluzione che tenga conto dell’impatto economico, culturale e sociale del settore videoludico e che favorisca l’integrazione di nuovi percorsi accademici in linea con l’andamento del mercato. 

Grandi opportunità

L’Italia del presente e del futuro ha davanti a sé una grande opportunità. Oggi le aziende italiane attive nel settore dei videogiochi sono oltre 200, con un numero di lavoratori dipendenti che è passato dai 2.400 del 2022 ai 2.800 del 2024, segnando un incremento del 17%.

Numeri come questi parlano chiaro: il Belpaese non è più soltanto sinonimo di pasta, caciotta e pistacchio di Bronte, ma si sta aprendo a un mercato in forte espansione e che necessita di nuove menti creative. Un mercato in cui, attraverso investimenti mirati e una visione strategica, è possibile ottenere risultati importanti. 

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