Il Ritorno della Guerra Fredda Digitale: La Corsa agli Armamenti Cibernetici tra Superpotenze


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Negli ultimi anni, il cyberspazio è diventato il campo di battaglia privilegiato per le superpotenze globali, dove attacchi e contromisure si susseguono in modo silenzioso ma devastante. Tale nuovo scontro, che vede protagonisti Stati Uniti, Cina e Russia, si manifesta attraverso una crescente corsa agli armamenti digitali. Gli attacchi informatici non si limitano più a semplici operazioni di spionaggio, ma puntano a destabilizzare interi sistemi economici e politici, mettendo in discussione la stabilità globale.

La Corsa agli Armamenti Digitali: Dai Malware agli Attacchi alle Infrastrutture Critiche

Il primo segnale della gravità della situazione si è visto con l’attacco ransomware WannaCry del 2017, un cyberattacco globale che ha colpito più di 200.000 computer in almeno 150 Paesi. È stato attribuito al gruppo nordcoreano Lazarus, ma ha evidenziato quanto le vulnerabilità digitali possano avere un impatto incredibilmente incisivo su scala globale. Ospedali, trasporti pubblici e grandi aziende furono paralizzati, rivelando la fragilità delle infrastrutture critiche. Un altro esempio concreto è stato l’attacco contro Colonial Pipeline negli Stati Uniti nel 2021, dove un gruppo di hacker noto come DarkSide ha sfruttato una falla nei sistemi di sicurezza per bloccare la più grande rete di gasdotti della costa orientale statunitense. L’attacco ha provocato una crisi temporanea di carburante, spingendo il governo federale a intervenire per limitare l’impatto economico. Tale episodio ha dimostrato quanto un singolo attacco cibernetico possa mettere in ginocchio una Nazione, e ha evidenziato la necessità di proteggere le infrastrutture strategiche.

Un mercato in piena espansione

Mentre le superpotenze investono miliardi di dollari nella difesa e nell’attacco cibernetico, si assiste a una vera e propria corsa agli armamenti digitali. Gli investimenti in cybersecurity sono esplosi negli ultimi anni, con una crescita esponenziale che ha toccato i 150 miliardi di dollari nel 2021 e previsioni che indicano una spesa di oltre 280 miliardi entro il 2026. Tale crescita non è alimentata solo dalle minacce, ma anche dall’introduzione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e il machine learning, che stanno diventando strumenti cruciali per il monitoraggio e la prevenzione degli attacchi. Aziende tecnologiche e startup stanno collaborando con governi e istituzioni finanziarie per sviluppare soluzioni sempre più sofisticate. Tale dinamismo economico sta trasformando la cybersicurezza da un semplice comparto tecnologico a un motore economico su scala globale, con nuovi attori pronti a trarre vantaggio da tale scenario in continua evoluzione.

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Cina, Stati Uniti e Russia: I Giganti della Guerra Fredda Digitale

La Cina ha fatto della cyber-dominance una priorità strategica. Il piano Made in China 2025 è un esempio concreto di come il Paese stia cercando di diventare leader globale in settori chiave come l’intelligenza artificiale e la tecnologia 5G. L’azienda Huawei, spesso al centro di controversie legate alla sicurezza nazionale, è stata bloccata da numerosi Paesi, tra cui gli Stati Uniti, per presunti legami con il governo cinese e la possibilità di utilizzare le proprie reti per operazioni di spionaggio. L’esclusione di Huawei dai mercati occidentali, però, non ha fermato l’avanzata tecnologica cinese, che continua a investire massicciamente nella costruzione di una propria infrastruttura tecnologica.

Negli Stati Uniti, il Cyber Command del Pentagono ha aumentato esponenzialmente le proprie operazioni, non solo difensive ma anche offensive. Un caso emblematico è stato l’attacco informatico contro l’Iran nel 2019, quando gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco cyber mirato per disabilitare i sistemi di controllo dei missili iraniani in risposta all’abbattimento di un drone americano. Tale tipo di operazioni mostra quanto la dimensione cibernetica sia ormai integrata nelle strategie militari globali.

La Russia, dal canto suo, è stata più volte accusata di ingerenza nelle elezioni occidentali. Il caso più famoso riguarda le elezioni presidenziali statunitensi del 2016, quando gruppi legati al governo russo, come Fancy Bear e Cozy Bear, hanno hackerato i server del Comitato Nazionale Democratico e diffuso email compromettenti attraverso WikiLeaks. Il Rapporto Mueller, che ha indagato sull’interferenza russa, ha confermato l’estensione e la sofisticazione delle operazioni di disinformazione condotte dal Cremlino. Ma la Russia non si ferma qui: dal 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, si sono moltiplicati gli attacchi cyber contro infrastrutture critiche ucraine, come la rete elettrica e le telecomunicazioni, utilizzando malware come Industroyer.

La Cyber-difesa: Una Sfida Costante

Le difese cyber devono continuamente evolversi per far fronte alle minacce. Nel 2022, l’Unione Europea ha lanciato il Cyber Resilience Act, che mira a imporre standard di sicurezza più elevati per i prodotti connessi a Internet venduti nel mercato europeo. Contestualmente, la NATO ha aggiornato la propria dottrina cyber, dichiarando che un attacco informatico significativo potrebbe attivare l’Articolo 5 del Trattato del Nordatlantico, che prevede la difesa collettiva in caso di aggressione contro uno Stato membro. Il mercato della cyber-sicurezza è in piena espansione: si prevede che entro il 2026 raggiungerà i 376 miliardi di dollari, un chiaro segnale che governi e aziende sono sempre più consapevoli della necessità di proteggere i propri sistemi. Tuttavia, la velocità con cui le tecnologie digitali si evolvono rende questa una corsa contro il tempo, e nessuna difesa è mai impenetrabile.

Il Futuro della Cyber-guerra: Tra Deterrenza e Caos

Il concetto di deterrenza nella guerra cibernetica è molto diverso rispetto a quello della guerra nucleare. In un mondo dove la maggior parte degli attacchi cyber è invisibile e spesso scoperta solo dopo che i danni sono stati fatti, la sfida è creare una deterrenza efficace senza innescare escalation incontrollabili. In un rapporto del 2023, il Council on Foreign Relations ha avvertito che le cyber-operazioni offensive possono facilmente sfuggire di mano, aumentando il rischio di rappresaglie immediate da parte degli Stati colpiti. Tale nuova “Guerra Fredda digitale” ha già iniziato a cambiare i rapporti di potere globali. Il cyberspazio è il nuovo campo di battaglia, e le potenze che riusciranno a controllarlo avranno un vantaggio strategico su scala globale. La domanda non è più se, ma quando vedremo una nuova escalation cibernetica tra superpotenze. E, come dimostrano gli eventi recenti, la posta in gioco è incredibilmente alta.

E dal punto di vista accademico?

Nel contesto della cybersicurezza, anche numerosi Atenei si stanno muovendo per implementare i propri strumenti di analisi e la propria esperienza: a partire dal 2025, ad esempio, l’Università LUISS Guido Carli di Roma avvierà il proprio Master in Cybersecurity, nato dalla collaborazione tra Luiss Business School, Luiss School of Government, Luiss School of Law e Luiss School of European Political Economy, con l’obiettivo di fornire una formazione avanzata sul tema della sicurezza informatica. La trasformazione digitale rappresenta un requisito imprescindibile per lo sviluppo continuo delle organizzazioni e del Paese. Tuttavia, essa introduce significativi cambiamenti tecnologici, culturali e organizzativi che influenzano quotidianamente utenti, imprese e amministrazioni pubbliche, sia a livello nazionale che internazionale. Tecnologie emergenti come l’Internet delle Cose (IoT), il cloud, i social network e il mobile sono solo alcune delle sfide che tutte le organizzazioni, pubbliche e private, devono affrontare.

La trasformazione digitale offre opportunità in crescita per le imprese e le strutture organizzative, ma coglierle richiede la costruzione di adeguati sistemi di protezione, basati non solo su competenze tecnologiche, ma anche su conoscenze manageriali, economiche, giuridiche e politiche. Oltre alle tradizionali minacce informatiche, si stanno diffondendo nuove modalità di attacco, sempre più mirate, sociali e persistenti. In risposta a tali sfide, il Master è concepito per rispondere alla crescente domanda del mercato del lavoro, sia nel settore pubblico che privato, di professionisti specializzati in cybersecurity, capaci di combinare una solida conoscenza delle tecnologie digitali con competenze manageriali, giuridiche ed economiche. Tali professionisti devono essere in grado di collaborare con le funzioni di sicurezza tecnica, supportando lo sviluppo e l’implementazione di processi o strategie operative (security as an enabler), adempiendo alle richieste normative a livello nazionale, europeo e internazionale, e fornendo soluzioni giuridiche ai numerosi problemi posti dalla digitalizzazione. Considerata la crescente domanda di tali figure, le prospettive di carriera sono ampie e includono imprese, pubbliche amministrazioni, società di consulenza tecnologica e organizzativa, studi legali e start-up.

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Sono Giulia, ho 22 anni e sono una studentessa al primo anno del Master di International Relations presso la Luiss Guido Carli. Sono direttrice del giornale universitario The Journal ASP, il…