Le nuove frontiere dei trasporti e della logistica passano per la digitalizzazione


Nel tentativo di bilanciare il dinamismo – che da sempre ne è emblema – con la competitività pressante nel settore, il comparto logistico è chiamato a canalizzare una sfida importante: coniugare passato e presente, tradizione e innovazione. Sostenibilità, automazione, Internet of Things, intelligenza artificiale i pilastri che, congiuntamente, definiranno i trasporti del futuro, ma quale spazio per l’apporto umano? 

Il capitale umano e la digitalizzazione

Colonne portanti del nostro Paese, i trasporti sono quotidianamente riscritti dai molteplici mutamenti dettati dal digitale e dall’intelligenza artificiale. Tra i punti nevralgici maggiormente colpiti dall’automazione che ne consegue, il capitale umano, la cui cardinalità pare essere sempre più a rischio: come documentato dal Future of Jobs Report 2025 redatto dal World Economic Forum, nell’arco dei cinque anni che ci separano dal 2030, 92 milioni di posti di lavoro saranno soppiantati dalla digitalizzazione di intere filiere produttive. 

Relativamente ai trasporti, considerando il tasso degli occupati – oltre un milione – e il valore economico sottostante – 92,7 miliardi di euro, pari al 5,41% del PIL italiano – il cambiamento che si palesa all’orizzonte pare essere significativo. I motivi legati alla futura ridefinizione del comparto dipendente attivo nel settore sono evidenti: non solo strettamente legati alla sostenibilità finanziaria, ma anche tecnici-operativi, calibrabili in termini di maggiore velocità ed efficienza. In cifre stiamo parlando di miglioramenti palpabili: -40% il tasso di riduzione dei costi operativi, -20% quello relativo al consumo di carburante; l’incremento della produttività, invece, toccherebbe una percentuale pari al 30%. 

Nuovi impieghi e nuove competenze

Sorprende però apprendere che, per molti professioni ormai arrivate al capolinea, nasceranno altri 170 milioni nuovi lavori, in gran parte strettamente connessi alla tecnologia e alla sostenibilità, due vettori la cui linea si interseca perfettamente con l’evoluzione della mobilità. Tra i bacini professionali correlati ai trasporti in maggiore fermento, sicuramente quelli legati all’analisi di dati e alla pianificazione degli spostamenti, con un occhio di riguardo per la robotica e la sostenibilità dei processi produttivi ad essa connessi. 

Nuovi impieghi, dunque, ma anche nuove competenze che dovranno essere giocoforza plasmate per evitare il mismatch tra domanda ed offerta; sfide importanti che, per essere affrontate, richiederanno l’impegno simultaneo delle istituzioni e dell’intera società civile. 

Le nuove frontiere del lavoro 

Ma il mutamento indotto dall’automazione non si limita ai meri trasporti, intesi quali spostamenti fisici dal valore prettamente strategico per il sistema Paese, bensì riguarda l’intera filiera logistica. Significativa da questo punto di vista è sia la progressiva erosione delle attività manuali – le stesse che, reiterandosi di generazione in generazione, concorrono a definire un ideale erroneo del comparto produttivo  – che il rafforzamento di quelle prettamente direzionali. 

Proprio queste ultime avranno un impatto palpabile nella ricerca e nell’utilizzo di canali e fonti alternative. A mero titolo esemplificativo, potrebbe rivelarsi decisivo l’utilizzo di carburanti alternativi – l’idrogeno oppure il biometano – e l’ottimizzazione delle rotte in ottica green, in modo tale da ridurre le emissioni di CO2, così come l’implementazione di incentivi utili per l’acquisto di veicoli elettrici e tecnologie a basse emissioni

Dati e intelligenza artificiale 

Ineludibile è poi anche l’apporto dato dall’Internet of Things e dall’interpretazione dei dati, informazioni strettamente operative che, se intese in prospettiva comparata, possono rivelarsi decisive per prevenire eventuali danni o agire tempestivamente in caso di guasti con una manutenzione capillare. 

Entro l’anno corrente, si prevede che il 50% delle aziende logistiche implementerà soluzioni di IoT. Date queste promesse, verificata l’effettivo funzionamento dei sistemi stessi, aumenterà sensibilmente la quantità di dati disponibili per l’analisi predittiva e decisionale

Il risultato che si ottiene è un sistema circolare e di pieno accordo tra previsione e attuazione, lo stesso attraverso cui diventa possibile incrementare non solo la produttività, ma anche la sicurezza operativa.

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Laureata in Linguaggi dei media all’Università Cattolica di Milano, ha approfondito la comunicazione politica con una tesi riguardante l’approdo dei politici italiani su TikTok, in occasione delle elezioni politiche del 2022.…