Perché sempre più giovani decidono di avviare progetti di imprenditorialità
Cos’è una start-up? In tanti se lo chiedono, ma sempre meno giovani appartengono a questa categoria. Le nuove generazioni, infatti, non percepiscono estraneità in questa parola. Al contrario, sembrano riconoscersi sempre più in essa. L’imprenditorialità non è più sentita come un’eccezione riservata a pochi visionari, bensì come un’alternativa concreta – e in molti casi preferibile – al lavoro dipendente.
Start-up non è più soltanto un prestito linguistico dall’inglese. Per molti under 30 è diventato il verbo, che intreccia ambizione, speranza e azione: I start up.
I dati
Secondo quanto riportato da Italiagenerativa.com, che cita un’indagine dell’Eurobarometro, il 48% dei giovani italiani tra i 15 e i 30 anni dichiara di preferire il lavoro autonomo a quello dipendente. Si tratta di una delle percentuali più alte in Europa: in Spagna la preferenza si ferma al 19%, in Francia al 33%, mentre Ungheria, Portogallo e Grecia registrano dati simili o superiori a quelli italiani, superando in alcuni casi il 50%.
Questa inclinazione verso l’autonomia imprenditoriale riflette un contesto in cui il lavoro tradizionale appare spesso precario, mal retribuito e poco valorizzante. In Italia, il desiderio di mettersi in proprio sembra nascere tanto da un’aspirazione all’indipendenza, quanto dalla stagnazione di un mercato del lavoro incapace di promettere stabilità e traguardi concreti alle nuove generazioni.
Cause
La domanda è inevitabile: cosa spinge così tanti giovani a intraprendere la via dell’imprenditorialità? È più forte il desiderio di indipendenza o la sfiducia verso un mercato del lavoro instabile?
È un dato ormai assodato: l’era digitale e l’avanzare dell’automazione hanno profondamente trasformato le esigenze del lavoro contemporaneo. Mentre molte forme di occupazione tradizionale si rivelano superate o poco attrattive, le nuove generazioni – cresciute in questo contesto – sono pronte a reagire in modo proattivo, proponendo soluzioni imprenditoriali capaci di rispondere ai cambiamenti in atto.
A spingere verso il lavoro autonomo è anche una crescente disillusione: l’incertezza contrattuale, le difficoltà di carriera e la mancanza di equilibrio tra vita privata e lavoro alimentano il senso di frustrazione. In molti casi, dar vita a un progetto personale non è solo un’ambizione, ma l’unico modo per restare nel proprio Paese senza rinunciare a una prospettiva di crescita.
A pesare nella scelta non è solo il contesto economico, ma anche quello valoriale. Secondo l’Eurobarometro 2022, infatti, il 78,9% dei giovani italiani ritiene che l’impegno sociale sia una priorità. Si tratta di un dato molto incoraggiante, superiore rispetto alla percentuale registrata in Francia, Germania e Paesi Bassi. Insieme a questo, emerge la centralità di tematiche come la sostenibilità ambientale e la responsabilità etica: non più opzionali, bensì requisiti imprescindibili per il lavoro del futuro.
Settori
Secondo l’Eurobarometro, i giovani italiani che vorrebbero avviare un’attività imprenditoriale mostrano un ventaglio di interessi diversificato. Non emerge un settore dominante, ma una pluralità di ambiti considerati stimolanti e profittevoli.
Al primo posto figura l’Information Technology (13%), trainato dal crescente fenomeno della digitalizzazione. Subito dopo si posiziona il settore di arte, design e cultura (12%), seguito da commercio e retail (9%). Non mancano preferenze significative per hospitality e turismo, istruzione e ricerca e marketing, che raccolgono ciascuno circa l’8% delle scelte.
Questa distribuzione, seppur variegata, è in linea con le tendenze europee: la tecnologia resta un punto di riferimento centrale, ma accanto ad essa crescono settori legati all’espressione personale, all’esperienza umana e alla relazione con il pubblico.
Difficoltà e sussidi
Anche la strada dell’imprenditorialità ha, però, le sue insidie. Tra le principali difficoltà riscontrate all’avvio di un’attività imprenditoriale, la mancanza di risorse economiche è percepita come la più influente (18%, secondo l’analisi condotta dall’Eurobarometro). A seguire, con percentuali comunque elevate, emergono la carenza di competenze specifiche, le complessità amministrative e la sensazione diffusa che gli investitori non prendano sul serio le idee dei giovani.
Quest’ultimo aspetto è particolarmente sentito in Italia, dove il 14% dei giovani dichiara di percepire una mancanza di fiducia da parte del sistema economico. Si tratta di una percentuale ben più alta rispetto ad altri Paesi europei (tra il 7% e l’11%).
Il quadro italiano è ulteriormente complicato da disparità territoriali: le difficoltà legate all’accesso alle risorse si registrano in modo trasversale, dalle province di Belluno e Sondrio al nord, a quelle di Livorno, Pistoia e Roma al centro, fino alla Puglia e alle isole, dove si segnala anche una significativa carenza di infrastrutture.
Nonostante le criticità, l’Italia dispone di un buon numero di iniziative e incentivi pubblici volti a sostenere l’imprenditoria giovanile: dai finanziamenti a tasso zero o agevolato, ai voucher per l’innovazione, fino ai contributi a fondo perduto. A livello locale, molte regioni si affiancano allo Stato offrendo ulteriori bandi e sussidi, con particolare attenzione alle start-up innovative e sostenibili.
Conclusione
L’imprenditorialità giovanile si presenta, quindi, come un’occasione per migliorare il proprio tenore di vita, ma anche per coniugare passione, valori e autonomia. Non rappresenta solo una reazione alle difficoltà del presente, ma una visione proiettata al futuro: più flessibile, etica e autentica. Le nuove generazioni non si accontentano di adattarsi a un sistema preesistente: vogliono ridisegnarlo, a partire dai propri valori, dalle proprie competenze e da una forte determinazione orientata al cambiamento.
Come abbiamo riportato, non mancano gli ostacoli, tra mancanza di fondi e sfiducia diffusa. Eppure, tra bandi, sussidi e un ecosistema in lenta evoluzione, si intravedono margini di crescita.
Scommettere sui giovani imprenditori è il futuro di un Paese all’avanguardia. Solo grazie a energie nuove, idee coraggiose e visioni innovative è possibile porre delle solide basi per una rivoluzione profonda, che possa cambiare in meglio il sistema.