L’Italia e la sfida dell’Educazione Finanziaria: A che punto siamo rispetto all’Europa?


L’Italia ha un tasso di alfabetizzazione finanziaria del 37%, inferiore ad alcuni paesi in via di sviluppo, come lo Zambia, che registra un tasso del 40%. Nel nostro paese, questo dato peggiora se si osserva la fascia dei giovani: solo il 35% dei soggetti tra 18 e 23 anni comprende concetti finanziari basilari come inflazione, tassi di interesse e diversificazione del rischio.

Incertezza finanziaria e investimenti rischiosi: alcune conseguenze del problema

In primo luogo, solo il 43% dei giovani adulti risparmiano su base mensile. Questo perché spesso si trascura l’impatto delle scelte finanziarie a lungo termine: solo il 27% degli italiani dichiara di avere obiettivi di risparmio e consumo di lungo periodo. Questo porta ad indebitamento e instabilità finanziaria, andando a gravare sui servizi sociali e i sistemi assistenziali, e a rallentare l’attività economica.

È stata anche identificata una tendenza tra i giovani verso gli investimenti ad alto rischio, che riflette un approccio più ludico che razionale, spesso riconducibile a una scarsa educazione finanziaria. Inoltre, livelli più elevati di alfabetizzazione finanziaria vengono associati a comportamenti più responsabili, con individui maggiormente istruiti più propensi a votare, fare volontariato o lavorare nel settore desiderato.

Ma perché la situazione è così gravosa?

La causa principale è la mancanza di educazione formale, ovvero un’assenza di programmi strutturati nelle scuole. Quando esistono, questi sono spesso assegnati a docenti non formati, che vengono forniti di materiali didattici complessi sia da comprendere che da insegnare. 

In mancanza di altre fonti, i giovani si rivolgono ai social media per ottenere informazioni finanziarie e consigli per l’investimento. Mancando però delle basi necessarie per interpretare correttamente le informazioni, finiscono per affidarsi a fonti non verificate o per fraintendere i contenuti pubblicati. 

Altre cause includono una fiducia limitata nelle istituzioni e un contesto economico e geopolitico sfavorevole, che rende complessa la pianificazione di scelte finanziarie a lungo termine. 

Ma cosa fanno gli altri paesi meglio di noi? 

In generale, altrove si attribuisce una maggiore importanza all’insegnamento della materia nelle scuole. In Danimarca, l’educazione finanziaria è obbligatoria per gli studenti, così come in Slovenia. Nei Paesi Bassi, invece, è stata creata la piattaforma Moneywise, una collaborazione fra il governo e alcuni istituti finanziari, con lo scopo di promuovere un comportamento finanziario responsabile. 

Educazione finanziaria in Italia: strategie emergenti e opportunità di autoformazione

Al fine di risolvere questo problema, sotto indicazione dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), è stata introdotta la legge 21/2024, che prevede l’insegnamento di nozioni finanziarie fra gli argomenti di educazione civica, a partire dal 2025. Questa iniziativa è supportata anche dalla Banca d’Italia, che ha messo a disposizione risorse e iniziative adatte al contesto scolastico , oltre che materiali facilmente accessibili online..

Parallelamente all’intervento scolastico, sono sempre più numerosi gli strumenti di autoformazione a disposizione dei giovani. Tra questi troviamo società EdTech come Vik School, startup italiana accelerata da Cassa Depositi e Prestiti che punta a fornire ai giovani strumenti per affrontare il futuro con consapevolezza. Esistono poi piattaforme didattiche interattive come Finanz, che propongono contenuti pratici e aggiornati. Anche i canali di divulgazione sui social svolgono un ruolo rilevante: progetti come StartingFinance, Pillole di Economia o Will, i quali diffondono nozioni economiche in modo semplice e coinvolgente. Tuttavia, è fondamentale accompagnare questi strumenti con un’attitudine critica, selezionando fonti affidabili per evitare informazioni errate o fuorvianti.

Risultati raggiunti e sfide future

Nel 2023, rispetto al 2020, il livello di alfabetizzazione finanziaria degli adulti in Italia, pur rimanendo su livelli bassi, è lievemente aumentato.

L’Italia presenta ancora lacune in materia, rispetto ad altri Paesi, ma ci sono segnali incoraggianti. Il rafforzamento dei percorsi formativi, l’emergere di realtà innovative e la disponibilità di risorse digitali rappresentano, congiuntamente, un’occasione preziosa per colmare il divario. Ora più che mai, è però essenziale che istituzioni, scuole e giovani collaborino per promuovere una cultura finanziaria diffusa, inclusiva e capace di generare un impatto concreto.

http://Perché la cultura finanziaria degli italiani non è ancora da 6, SDA Bocconi, 2025

http://Denmark mandates financial literacy education from age 13, Weforum

Educazione finanziaria: che cos’è e perché è importante, Unicusano,2024.http://Educazione finanziaria: che cos’è e perché è importante, Unicusano, 2024.

http://La terribile realtà dell’educazione finanziaria in Italia, lixinvest

 Educazione finanziaria obbligatoria a scuola. Ecco qual è situazione in Italia, Investing, 2023

 Investimenti e risparmio, social network tra i canali preferiti per informarsi, la Repubblica, 2024

 In Italia c’è poca educazione finanziaria, la Repubblica, 2024

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