NIS 2: dalla fine dei vecchi manager all’ascesa dei “generali del digitale”


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Nel momento in cui la Direttiva NIS 2 rimodella il panorama della sicurezza, il ruolo dei leader aziendali subisce una trasformazione radicale: chi ricopriva il ruolo di manager deve ora diventare un vero e proprio “generale digitale”. Non si tratta più di gestire un team, ma di comandare una strategia di difesa e di innovazione su più fronti. Questo articolo illustra come la NIS 2 imponga una svolta culturale e operativa nel modo di guidare le imprese, indicando i tre elementi chiave – visione, competenza e formazione continua – indispensabili per sopravvivere e trionfare in un contesto dove le minacce informatiche sono all’ordine del giorno.

La fine dell’era dei manager tradizionali

Con la NIS 2, la sicurezza smette di essere una “funzione” aggiunta all’organigramma e assume il ruolo di pilastro strategico. Il manager del passato, focalizzato soltanto su budget e performance di breve periodo, lascia il posto a una figura che ragiona in termini di resilienza, pianificazione di lungo termine e difesa dell’intero ecosistema aziendale. È un passaggio epocale, simile a quello avvenuto nel mondo finanziario dopo grandi crisi: quando cambiano le regole del gioco, è indispensabile aggiornare mentalità e competenze.

Con il recepimento nell’ordinamento nazionale della Direttiva NIS 2, è evidente che non basta più coordinare processi o motivare persone. Occorre dotarsi della mentalità di un generale, pronto a fronteggiare attacchi asimmetrici, a prevenire falle nella filiera digitale e a proteggere il vero cuore pulsante dell’azienda: i dati.

Il campo di battaglia della sicurezza informatica

La NIS 2 mette la sicurezza in cima alle priorità: non come un semplice adempimento normativo ma come un fattore imprescindibile per la stessa sopravvivenza dell’organizzazione. Questa nuova prospettiva rievoca a pieno titolo un autentico scenario di guerra. Se in passato gli incidenti informatici venivano considerati “problemi IT”, oggi sono eventi potenzialmente devastanti per qualsiasi impresa. Un ransomware, ad esempio, può bloccare i processi produttivi, interrompere i flussi di cassa e causare danni irreparabili alla reputazione aziendale. Un attacco diretto ai fornitori o ai partner strategici colpisce indirettamente tutte le realtà che dipendono da tali relazioni. Un data breach, infine, mina la fiducia dei clienti e fa vacillare le certezze del management.

In questo contesto, la partita decisiva si gioca sulla capacità di difendere l’impresa, non più soltanto sotto il profilo “tecnico”, ma come questione di leadership strategica. Le conseguenze di un errore, infatti, non si misurano unicamente in termini di costi di ripristino: oggetto della minaccia sono soprattutto la credibilità e la continuità operativa dell’organizzazione.

La NIS 2 e l’obbligo di cambiare prospettiva

La Direttiva NIS 2 introduce una visione che potremmo definire “di matrice militare”, poiché si fonda su due principi fondamentali, chiaramente ispirati all’arte della guerra.
Difesa su più dimensioni
Non basta limitarsi a proteggere server e banche dati: è necessario mettere al sicuro anche le infrastrutture fisiche, i sistemi di gestione dell’energia e tutti i dispositivi connessi. Gli attacchi possono manifestarsi in forme imprevedibili: se i sistemi digitali e i macchinari industriali risultano interdipendenti, un hacker può compromettere in un’unica operazione tanto le componenti virtuali quanto quelle reali.
Controllo su più livelli: strategico e operativo
La visione strategica deve procedere dall’alto verso il basso: a livello nazionale (o persino sovranazionale) si definiscono standard e requisiti di sicurezza, mentre sul piano operativo ciascuna azienda li traduce in politiche interne, procedure e iniziative di monitoraggio quotidiano. Un vero “generale del digitale” è capace di delineare un piano di difesa solido e di gestirne l’implementazione, in modo da anticipare l’evoluzione delle minacce anziché subire passivamente gli attacchi.

Verso una nuova figura di leader: il “generale digitale”

La transizione da semplice manager a “generale digitale” non è soltanto un’affascinante metafora, ma un autentico cambiamento epocale che esige il possesso di tre qualità fondamentali.
Visione
I responsabili d’impresa devono saper guardare oltre le sfide immediate, ponendosi quesiti di ampio respiro: come si evolveranno gli attacchi informatici fra cinque anni? Quali tecnologie potrebbero esporre l’azienda a nuove vulnerabilità? In che modo è possibile integrare sicurezza e innovazione senza soffocare la creatività? Senza una visione chiara, la difesa si riduce a mere reazioni estemporanee, destinate a crollare di fronte a minacce sempre più sofisticate.
Competenza
La padronanza del cyberspazio è un requisito irrinunciabile. Non si può dirigere ciò che non si conosce. Ecco perché algoritmi di crittografia, cloud computing, IoT, processi di Identity & Access Management e normative come GDPR e DORA devono necessariamente far parte del bagaglio di chi prende decisioni. Un generale, infatti, studia le mappe, conosce a fondo i punti deboli e i punti di forza del campo di battaglia. Analogamente, un leader informato sa anticipare le mosse degli attaccanti e orientare gli investimenti tecnologici in modo mirato.
Formazione continua
Nell’ambito della sicurezza informatica, tutto è in costante evoluzione: attacchi e contromisure progrediscono di pari passo. Chi si ferma o crede di avere già un bagaglio “sufficiente” diventa rapidamente l’anello debole dell’intera organizzazione. L’aggiornamento costante, la partecipazione a corsi e seminari, così come il confronto con esperti del settore, costituiscono vere e proprie armi strategiche. L’apprendimento diventa, così, parte integrante della cultura aziendale e, a lungo termine, un investimento che ripaga ampiamente.

Conclusione

L’era dei manager tradizionali è finita perché la posta in gioco si è alzata: le minacce informatiche non sono eventi isolati, ma veri campanelli d’allarme che mettono a repentaglio la stabilità e la reputazione dell’impresa. La NIS 2 sancisce con forza questo nuovo scenario, invitando i leader ad assumersi responsabilità inedite. Solo chi riuscirà a evolvere in “generale digitale” – con visione, competenza e formazione continua – potrà sfidare il futuro a testa alta. Fare impresa, ora, vuol dire combattere e vincere la guerra della sicurezza. E, come in ogni battaglia decisiva, gli indecisi o i troppo cauti resteranno inevitabilmente sul campo. Chi saprà rinnovarsi, invece, farà della sicurezza un volano di crescita e un fattore competitivo. In un mondo in cui tutto corre veloce, la capacità di difendersi e di trasformare la minaccia in opportunità diventa la vera, grande arma vincente.

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