Il work-life balance è ormai un argomento studiato, trattato e discusso da diverso tempo, e con l’ingresso in pianta stabile nel mercato del lavoro delle nuove generazioni (Millennials e Gen Z) la sua importanza è destinata a crescere ulteriormente, soprattutto in settori labour–intensive. Sebbene numerosi studi ne sottolineano l’importanza, molte volte lo si considera una moda o un “vizio”; eppure, esso potrebbe essere considerato un asset strategico nella talent acquisition e nella gestione delle risorse umane che potrebbe avere un enorme impatto sui risultati aziendali.
Perché le aziende dovrebbero interessarsi al work-life balance dei propri lavoratori?
Il work-life balance (WLB) è un tema personale, spesso legato alle priorità ed esigenze di ognuno, e siccome non esiste un equilibrio “standard” che vada bene per tutti, è molto difficile stabilire delle linee guida che possano valere per ognuno; da qui sorge una domanda: perché un’azienda dovrebbe preoccuparsi del benessere dei propri dipendenti?
La risposta risiede negli effetti diretti ed indiretti che esso ha sulla produttività aziendale:
- Il WLB è uno degli elementi più importanti nella scelta del proprio impiego, come evidenziato da un sondaggio condotto da JobPricing nel 2023. Di conseguenza, si assume che un’azienda in cui gran parte dei dipendenti riesce a mantenere un buon WLB sarà un’azienda potenzialmente in grado di arruolare le migliori risorse umane sul mercato, le quali contribuiranno ad avere un’elevata produttività complessiva e dei migliori risultati aziendali.
- Esso contribuisce positivamente all’engagement degli employees, e questo porta, in media, ad un aumento del 19,2% del reddito operativo, ma non solo: l’employee engagement è direttamente correlato con la qualità delle interazioni con i clienti, e di conseguenza con il customer engagement, la customer loyalty e il customer lifetime value; inoltre, un elevato employee engagement riduce il turnover e l’assenteismo rendendo la gestione delle risorse umane e l’operatività aziendale più performante e facilmente gestibile, riducendo, inoltre, i costi di formazione di nuovi dipendenti.
- Il WLB è la base della sostenibilità sociale di un employer, il quale al giorno d’oggi non può fare a meno di impegnarsi su questo fronte, soprattutto con la necessità di produrre una reportistica a riguardo, da porre al vaglio degli investitori e del mercato, sempre più focalizzato ed attento alle dimensioni non economiche dello sviluppo delle aziende.
Perché è la sua importanza dovrebbe crescere con il passare degli anni?
L’ingresso delle nuove generazioni nel mercato del lavoro porta con sé diversi cambiamenti legati alle peculiarità stesse, e l’importanza del work-life balance è una delle differenze più rilevanti: un sondaggio condotto in Austria ad inizio anno dimostra che l’81% dei lavoratori appartenenti alla Gen Z ritiene importante il WLB, mentre se si prende un campione più anziano, nello specifico lavoratori Baby boomers, la percentuale si dimezza (41%). Inoltre, nell’ondata di mass resignation a cui si è assistito negli Stati Uniti, un sondaggio di Linkedin e CensusWide nel 2022 ha evidenziato come il 72% dei Gen Zers e il 66% dei Millennials hanno pensato o stanno pensando di dimettersi nei successivi 12 mesi, numeri molto più alti rispetto ai colleghi con più esperienza (Gen X e Baby Boomers), e sebbene sia chiaro che l’età sia solo uno dei molteplici fattori che influenzano la risposta, i dati suggeriscono che le nuove generazioni hanno un approccio al bilanciamento tra lavoro e vita privata completamente diverso rispetto a quelle precedenti.
La “multidimensionalità” delle nuove generazioni
Una frattura evidente tra le nuove generazioni e le precedenti è la multidimensionalità delle prime; concetto che può essere inteso in svariati modi, ma per l’analisi condotta quello che interessa maggiormente è il concetto di realizzazione personale: precedentemente questo concetto si riferiva in via quasi esclusiva ai risultati lavorativi e nella più lungimirante delle ipotesi alla dimensione familiare, ma al giorno d’oggi questo concetto è molto più ampio. La realizzazione comprende anche la volontà di collezionare esperienze di vita o di portare avanti abitudini più sane, ed in generale i più giovani intendono la realizzazione più come una sensazione di soddisfazione personale e di appagamento psicologico piuttosto che il termine di una check-list a cui si sono aggiunte tutte le spunte: è questa forse la disruptive innovation che le nuove generazioni portano al mondo.
Cosa potrebbe fare un employer per garantire un buon work-life balance?
Riprendendo il punto di vista manageriale che si sta cercando di offrire, a livello organizzativo, gli sforzi delle aziende potrebbero garantire flessibilità lavorativa, sia per quanto riguarda il lavoro da remoto, sia per quanto riguarda gli orari di lavoro, a cui va necessariamente abbinata una cultura aziendale che riesca a far coesistere meritocrazia ed equilibrio per evitare insoddisfazioni e la creazione di ambienti lavorativi tossici ed ipercompetitivi. Per l’implementazione delle stesse, si potrebbe pensare di garantire servizi come palestre o asili aziendali dimostrando l’interesse dell’azienda alla persona che c’è dietro il lavoratore.
Perché questi sforzi sono utili per l’employer branding e l’HRM?
Un’azienda che supporta, aiuta e motiva i propri dipendenti non sta dirottando risorse in attività di greenwashing, ma sta investendo in employerbranding, tanto che si potrebbero considerare, da un punto di vista manageriale e non contabile, i costi connessi ad attività con questo scopo come capitalizzabili nell’employer brand, il quale ha un valore economico evidente e quantificabile: abbassa i costi di assunzione, riduce il turnover e garantisce accesso a risorse di prima fascia. La riduzione del turnover ha un impatto positivo anche sul human resources management, visto che la gestione dello stesso è una delle principali voci di costo e di stress per chi lavora nell’ambito. Inoltre, WLB dovrebbe contribuire a creare un ambiente di lavoro più disteso riducendo il numero di conflitti e facilitando la coordinazione e la collaborazione tra colleghi. In conclusione, il work-life balance è un problema dei lavoratori quanto dei datori di lavoro, almeno per i settori caratterizzati da una forza lavoro altamente specializzata, in quanto esso impatta direttamente sulla produttività e sui risultati economici e non economici dell’azienda, e quindi uno strenuo e continuo supporto del datore di lavoro ed una cultura aziendale che ne prioritizzi la ricerca sono ormai necessari per un efficace employerbranding ed un sostenibile HRM.