Il settore turistico rappresenta un comparto strategico per l’economia del nostro Paese: studiarlo permette di approfondire i cambiamenti sociali, i bisogni emergenti, per provare a prevedere la società che verrà e le sue possibili traiettorie, in modo da intercettarle e comprenderle. Quello del futuro sarà un turismo plasmato dalla digitalizzazione, dalla sostenibilità, dall’esperienza virtuale ma anche dalla vita lenta e autentica.
GLI SVILUPPI POST PANDEMIA
Interrogando l’IA riguardo la natura del turismo del futuro, otteniamo una risposta interessante: “esso sarà caratterizzato da un’integrazione sempre più forte tra tecnologia e sostenibilità, con un focus sulla personalizzazione dell’esperienza e sulla riduzione dell’impatto ambientale.”
Tra i fattori principali di questa nuova trasformazione vi è la pandemia di Covid-19, che ha prima rappresentato il maggior fattore di impedimento e poi, con le prime aperture, un impulso per le partenze. L’uomo è tornato a viaggiare e lo ha fatto anche più del passato, cambiando però la fisionomia del proprio andare. L’emergenza sanitaria ci ha consegnato un’eredità importante, cambiando per sempre il domani dell’esperienza turistica: ha accelerato il processo di trasformazione digitale del settore turistico, sia sul fronte della domanda che dell’offerta.
Secondo l’ISTAT, nel 2019 Internet era utilizzato come mezzo di prenotazione dell’alloggio per circa il 60% delle vacanze; nel 2021 tale quota sale al 71%. Dal canto loro, le strutture ricettive hanno dovuto adeguarsi alle norme sul distanziamento sociale, unitamente ai necessari cambiamenti nelle strategie di business e, grazie al diffondersi delle tecnologie 4.0, hanno ampliato la gamma di strumenti tecnologici e di soluzioni innovative per gestire i processi di organizzazione dei soggiorni: le opzioni di pagamento e check-in da remoto, l’assistenza virtuale tramite chatbot, tour virtuali delle camere e dei principali luoghi di interesse, chiavi digitali per l’apertura delle stanze e tutto controllabile direttamente dal palmo delle proprie mani.
ROOTS TOURISM E SOSTENIBILITÀ
Un’altra caratteristica del turismo del futuro è quindi la sostenibilità. Il turismo è sostenibile quando promuove un approccio responsabile al viaggio, che miri a proteggere l’ambiente, preservare il territorio, le culture locali e a sostenere le comunità autoctone.
Il fenomeno non ha una genesi recente, affonda le sue radici negli anni 80’, precisamente nel Rapporto Brundtland del 1987, e ha ricevuto nuovo impulso nel 2015, quando è stato riconosciuto dall’ONU come uno dei mezzi per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Viaggiare in modo sostenibile significa ridurre l’impatto del trasporto, supportare le piccole imprese e le attività artigianali, ridurre i rifiuti, partecipare ad attività di eco-turismo, implica attuare comportamenti che abbiano effetti positivi per le comunità locali anche dal punto di vista economico e socioculturale.
Economia efficace, eticità, inclusione e sostenibilità sono principi moderni, diffusi nel sentito popolare, posti a vessillo delle nuove generazioni, soprattutto a seguito dei più recenti fenomeni politici. E in un mondo sempre interconnesso, rapido e globalizzato, l’autenticità diventa uno strumento per tornare al passato, vivere in modo lento e riscoprire, in modo più introspettivo, il significato dei luoghi, la storia personale di famiglie frammentate nel mondo e il senso ancestrale delle tradizioni tramandate.
CAPIRE IL TURISMO PER CAPIRE IL FUTURO
Il turismo non è più lo stesso di ieri e diventa sempre più necessario ridefinire il quadro delle professioni e delle competenze richieste dalle aziende. Nel 2025 il settore turistico avrà bisogno di circa 258.000 nuovi lavoratori, ma il 45% delle figure professionali richieste è difficile da reperire.
Tra le professioni di recente affermazione e in forte crescita c’è quella del Social Media Tourism Manager, l’esperto in grado di incrementare l’engagement di una meta di viaggio ed elaborare piani di turismo esperienziale; l’Hospitality Manager, il gestore di strutture turistiche con approccio avanguardista; il Destination Manager, in grado di sviluppare strategie innovative per promuovere le destinazioni di viaggio, utilizzando AI e realtà aumentata.
E ancora, il Gestore di centri per workation e di glamping, rispettivamente il professionista in grado di adottare tecnologie avanzate per offrire postazioni di lavoro flessibile e il perito che promuove esperienze integranti lusso, sostenibilità e connessione con la natura, anche attraverso l’uso di tecnologie energetiche e materiale ecofriendly, e poi ancora l’esperto di turismo sostenibile, il consulente di viaggi virtuali e persino il gestore di viaggi spaziali, che organizzerà trasferte cosmiche su larga scala.
“LA VITALE NECESSITÀ DI SENTIRSI ALTROVE”
Per evitare di trovarsi impreparati dinanzi il cambiamento, sarà necessario connettere istituti di formazione, istituzioni pubbliche e mondo del lavoro: creando percorsi di studio specifici post-diploma o post-laurea, diffondendo l’importanza delle skill digitali e anche adottando una legislazione che fornisca contratti di lavoro dignitosi.
Non è semplice destreggiarsi in questa nuova mappa, sappiamo però che il futuro apparterrà a chi sarà in grado di anticiparlo.