Tecnologia e formazione digitale per rilanciare la pubblica amministrazione


Vicina ai cittadini ed alle loro esigenze specifiche, a prescindere dalle competenze digitali di ciascuno: questa la sfida del presente e del futuro della pubblica amministrazione, importante anello di congiunzione tra le istituzioni e la società civile. Di qui un processo che, inteso in senso bidirezionale, dovrebbe ruotare attorno all’ottimizzazione dei processi interni e all’interoperabilità tra settore pubblico e privato. Caposaldi che, calati nel contesto italiano, devono fare i conti con problematiche rilevanti, dal digital divide alle disparità territoriali, passando per la mancanza di moderne infrastrutture. 

Il PNRR e la digitalizzazione 

Il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il piano definito dall’esecutivo italiano per la gestione delle riforme e degli investimenti connessi al Next Generation EU, forte di un ammontare complessivo che supera i 194 miliardi di euro, intende sopperire ai tanti divari economici e sociali che tutt’oggi frenano la crescita del Paese. Nello specifico, venendo a patti con la pubblica amministrazione, mette a terra tutti e tre gli asset condivisi a livello europeo, digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale

Di qui la Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”: agendo direttamente sul binomio tra cittadini e servizi, ha l’obiettivo di favorire  l’implementazione di un sistema amministrativo integrato, ma soprattutto rapido, efficace e trasparente. La posta in gioco è elevata: migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici e, soprattutto, superare l’idea di ampollosità che molto spesso viene associata all’amministrazione pubblica, automatizzando e snellendo buona parte delle pratiche che la caratterizzano. 

L’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione 

A questo proposito, due gli aspetti potenzialmente decisivi: l’investimento nella formazione continua dei dipendenti, così da allineare le competenze di ciascuno, ma anche l’integrazione dell’intelligenza artificiale, intesa quale opportunità di sviluppo e progresso mai sperimentata prima. Una volta effettuato questo passaggio, il beneficio potrebbe essere palpabile: sfruttando le banche dati attualmente sottese all’applicazione IO, la pubblica amministrazione avrebbe modo di ridefinire il proprio percepito, divenendo un’entità non solo personalizzata, ma anche predittiva. 

La realtà italiana 

Molte le problematiche che limitano l’effettiva commistione del digitale nei processi operativi. Non a caso, la causa della mancata innovazione della pubblica amministrazione è da ricercare nell’assenza di prospettive di lungo periodo, tali da far combaciare le istanze della cittadinanza con l’evoluzione della società. In aggiunta, fattori quali il basso livello di alfabetizzazione digitale e le frammentazioni sociali tra Nord e Sud altro non fanno che aggravare il divario tra la realtà italiana e quella europea. Prendendo in considerazione i dati del 2023, anno in cui solamente il 45,8% dei cittadini possedeva competenze digitali ad un livello almeno di base, esistono margini considerevoli affinché la pubblica amministrazione divenga un vero e proprio volano di inclusione sociale, promuovendo così la coscienza critica dei singoli cittadini che quotidianamente utilizzano i servizi offerti. 

L’unico modo per ovviare ai tanti divari sussistenti è auspicare un vero e proprio cambiamento culturale e organizzativo, tale da intendere l’innovazione tecnologica come un processo in continuo divenire. Agendo sul sistema nazionale attraverso riforme strutturali, auspicabile sarebbe anche incentivare “le amministrazioni centrali e locali alla migrazione al cloud con la creazione di un’infrastruttura nazionale e garantendo l’interoperabilità tra i dati delle amministrazioni”. 

L’apporto dato dalla sostenibilità

Infine, non meno importanti sono i principi ESG, fondamentali per garantire l’”interconnessione tra sostenibilità ambientale, equità sociale ed efficienza di governance”. Anche in questo caso, numerosi i benefici spendibili anche nell’ottica di una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza alla vita politica e amministrativa attiva: non solo il rafforzamento del processo decisionale e la rendicontazione pubblica, ma anche il contrasto dell’inquinamento ambientale ed atmosferico e la stesura di partnership con aziende, ONG e comunità locali. 

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