L’obiettivo che attraversa il programma ogni governo, soprattutto negli ultimi anni, con un picco di trasformazioni digitali ed ambientali, è come creare un mondo del lavoro che sia simultaneamente sostenibile, innovativo e rispettoso dei diritti. Sono diversi gli spunti di riflessione che si possono cogliere a partire da questo interrogativo.
Il lavoro dignitoso
L’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha come obiettivo nella sua agenda 2030 il “lavoro dignitoso”. Tra i quattro pilastri portati avanti in questa campagna di sensibilizzazione troviamo la “promozione dell’occupazione e delle imprese” e la “garanzia dei diritti sul lavoro”.
Secondo il rapporto dell’ILO “la disoccupazione mondiale rimane a livelli inaccettabilmente elevati, circa 200 milioni di persone sono disoccupate e centinaia di milioni di persone versano in una situazione di povertà attiva”. Per questo, al fine di ricostruire il mercato del lavoro, fortemente danneggiato in seguito alla crisi finanziaria del 2008, i governi devono dare risposte concrete, sugellando un nuovo patto sociale capace di legare produttività, inclusione e tutela.
Il decimo obiettivo dell’agenda 2030 è, infatti, proprio quello di garantire le pari opportunità riducendo le disuguaglianze, sottolineando l’importanza di politiche e leggi mirate a conseguire progressivamente l’uguaglianza di genere.
La transizione verde e il nodo digitale
L’innovazione, oltre a riguardare tematiche come l’inclusione e la diversità, deve anche coniugarsi con la questione dell’impatto ambientale: ridurre le emissioni, utilizzare energie rinnovabili e sostenere nuovi ecosistemi produttivi.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la decarbonizzazione potrebbe creare fino a 30 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030, introducendo, dunque, non solo l’aspetto ecologico, ma andando anche ad incidere sulla riqualificazione della vita di numerosi lavoratori.
Il fronte di sicuro più recente e anche quello più complesso è quello del lavoro sulle piattaforme digitali: materia ancora poco esplorata, soprattutto nell’ambito della tutela dei diritti. Ad oggi milioni di persone lavorano sotto il comando di algoritmi, dalle consegne di cibo a domicilio all’assistenza virtuale.
Per cercare di ridurre la zona grigia nella legislazione, la Commissione europea ha approvato nel 2024 una direttiva al riguardo, introducendo regole più rigide e più specifiche, tra cui il diritto all’informazione sugli algoritmi.
Le politiche pubbliche
Le trasformazioni e le innovazioni da mettere in atto sono tante e complesse, ma per farlo servono politiche pubbliche trasparenti e d’impatto, frutto di una collaborazione tra lavoratori e imprese, sempre di più ad oggi disuniti tra loro.
Investimenti pubblici e incentivi alla sostenibilità ambientale sono necessari per una svolta innovativa nel mondo del lavoro, da portare avanti con una governance partecipata e una programmazione economica efficiente.
La formazione continua è uno degli strumenti che si sta mettendo in atto in Italia, con il programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), finalizzato a riconvertire e riqualificare numerosi posti di lavoro, focalizzandosi su competenze in ambito digitale e sostenibile.
Il lavoro del futuro, in conclusione, dovrà essere in primo luogo umano. In base alle scelte politiche e sociali si potrà riscrivere la direzione dell’innovazione, in grado di porre le persone al centro del sistema: un sistema flessibile, equo, sostenibile, produttivo e all’avanguardia.