Intervista ad Andrea Maranelli, co-founder e CEO di Bikeflip
Quando si parla di mobilità sostenibile, pensiamo spesso alle città del futuro o alle grandi innovazioni tecnologiche. Eppure, talvolta, i grandi cambiamenti partono da intuizioni geniali che rispondono ad esigenze semplici. É questo il caso di Bikeflip, piattaforma fondata nel 2020 da Andrea Maranelli e Fabio Wibmer, entrambi atleti affermati nell’ambito ciclistico, che nell’arco di un anno è riuscita ad affermarsi come punto di riferimento per la compravendita di biciclette professionali a livello internazionale.
La storia di Bikeflp inizia ad Innsbruck, dove i due vivevano insieme mentre Andrea studiava Strategic Management e Wibmer costruiva la sua carriera sportiva. “Ci siamo accorti che il mercato delle biciclette non era strutturato come quello delle auto” – racconta Maranelli – “ mancava una piattaforma di riferimento globale nel mondo delle biciclette usate, capace di gestire pagamenti e spedizioni in sicurezza”.
Bikeflip nasce così: una piattaforma che mira a connettere venditori e acquirenti di biciclette sportive professionali, insieme a componentistica e accessori, in tutta Europa e in totale sicurezza. La startup non acquista direttamente i prodotti, ma garantisce l’intero processo di compravendita grazie a una scatola da loro brevettata, adattabile alla quasi totalità dei modelli, riciclabile e conforme agli standard logistici europei. Il pagamento viene trattenuto fino a quando l’acquirente non conferma che il mezzo è conforme alla descrizione, eliminando i rischi tipici legati all’acquisto di usato online. Bikeflip offre un bacino molto più ampio rispetto ad altre piattaforme di compravendita di beni usati, che operano solo su territorio nazionale, permettendo di operare a livello internazionale. È un servizio rivolto non solo ai privati ma anche a business/negozianti, fornendo loro una piattaforma per amplificare il loro raggio d’azione e vendere in tutta Europa.
Il successo della loro intuizione è stato confermato da diversi fattori. “In primo luogo, il prezzo delle biciclette professionali è in continuo aumento. Si tratta di beni durevoli e costosi, che possono superare i 20.000 euro, considerando anche che con l’avvento dei modelli elettrici sono più complesse. Chi compra vuole garanzie sul prodotto e sull’acquisto” spiega Maranelli, soffermandosi sul tema cruciale della sicurezza “Quando si acquista un bene costoso si vuole essere sicuri che l’acquisto vada a buon fine. Piattaforme simili, già affermate in altri settori, dimostrano che questo modello di business, non ancora presente nel settore ciclistico, funziona molto bene”.
Oggi Bikeflip si distingue da un unico competitor tedesco per alcuni elementi chiave: l’apertura ai negozianti che possono vendere direttamente sulla piattaforma, una community più intrinseca e solida grazie al loro legame con il mondo ciclistico, e un’attenzione particolare al segmento mountain bike. “È il nostro background: conosciamo quel mercato dall’interno e questo crea credibilità immediata”. La scatola brevettata rappresenta inoltre un vantaggio competitivo di rilievo: resistente, modulare, economica da spedire e disponibile anche come prodotto stand-alone.
Dopo il lancio nel gennaio 2024, la crescita è stata rapida e in continuo aumento. “Abbiamo superato i 2,7 milioni di euro raccolti e più di 100.000 biciclette caricate in piattaforma”. A guidare l’evoluzione è un team di circa 25 persone, tra sviluppatori, marketing e customer care. “La piattaforma è costruita interamente da zero. Tracciamo ogni interazione per orientare le strategie. Il nostro KPI principale è il GMV (Gross Merchandise Value), ovvero il volume transato sulla piattaforma. A noi interessa massimizzare il volume transato, perché è lì che si gioca il nostro modello”.
Dietro ai numeri e al successo c’è però la costanza tipica dell’atleta. “La resilienza è fondamentale, perché lo stress è molto elevato. Serve tanta motivazione e concentrazione per stare focalizzati sull’obiettivo di lungo periodo. Ma è fondamentale anche la capacità di connettere e mantenere allineate tutte le parti coinvolte nell’azienda. Essere founder significa lavorare a 360 gradi, richiede tantissime energie mentali”. Il suo background da atleta lo ha sicuramente forgiato, dandogli la costanza e la motivazione necessarie per affrontare le costanti sfide.
Gli errori, racconta Maranelli, sono stati parte del percorso. “All’inizio avevamo affidato lo sviluppo a un’agenzia esterna ma si è rivelata una scelta sbagliata. Abbiamo rifatto tutto internamente, grazie al supporto del terzo co-founder Nicolai Holder che ha seguito lo sviluppo della piattaforma. Anche il modello di business è cambiato: dalla subscription siamo passati alla commissione sulle vendite, ed è stata una svolta.”
Ma oltre al business c’è il tema dell’impatto. Il cuore del progetto è profondamente legato alla sostenibilità: la scatola è riciclabile fino al 98% e Bikeflip supporta l’associazione World Bicycle Relief, permettendo agli utenti di donare parte del ricavato per portare biciclette in Africa. “Siamo perfettamente allineati agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Una bici usata di qualità trova una seconda vita e un nuovo proprietario, e questo riduce sprechi e costi e aiuta ad aumentare la presenza di biciclette sulle strade rispetto alle automobili”.
L’obiettivo è ambizioso: diventare il punto di riferimento europeo della compravendita di biciclette. “Vogliamo che chiunque cerchi una bici pensi immediatamente a Bikeflip. Ci vorrà qualche anno, ma la direzione è chiara: costruire un mercato senza barriere, sicuro e internazionale”.
E la motivazione resta la stessa che spinge ogni atleta verso la prossima salita. “È una sfida continua, sempre più grande della precedente. Non lo fai per l’aspetto economico, ma per superare il limite ogni giorno, creando qualcosa che prima non c’era.”