Intelligenza artificiale nella giustizia: semplificazione e giurisprudenza predittiva


Automazione e utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ambito della gestione della giustizia: un percorso ancora da definire, ma che potrebbe cambiare le sorti della ricerca giurisprudenziale e della gestione dei procedimenti.

Attualmente all’esame del Senato il DDL recante “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”, contenente la determinazione dell’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale nell’attività giudiziaria, «per l’organizzazione dei servizi rela­tivi alla giustizia, per la semplificazione del lavoro giudiziario e per le attività ammini­strative accessorie».

Ridurre i tempi di ricerca giurisprudenziale per gli avvocati

Sempre più banche dati stanno dotando le rispettive piattaforme di integrazioni basate sull’intelligenza artificiale, che sono in grado di fornire la giurisprudenza ‘adatta’ al caso di specie che di volta in volta viene descritto dal professionista, applicandola dunque anche a ipotesi di pareri. 

Non solo: si va ad affermare la cosiddetta “giustizia predittiva”, che può consentire la generazione di uno scenario previsionale del procedimento giudiziario basato sull’orientamento giuridico rilevabile in controversie assimilabili o parzialmente sovrapponibili alla questione oggetto di studio.

Nello specifico, dunque, si parla di analisi predittive eseguite attraverso lo studio degli archivi giuridici, con sistemi di intelligenza artificiale potenziati con programmi come il machine learning e il NLP (Natural Language Processing), che permettono ai  sistemi automatizzati di comprendere, rielaborare e utilizzare il linguaggio umano.

Automazione della gestione processuale: a che punto siamo?

Il sistema giudiziario italiano ha previsto, solo nell’ultimo decennio circa, l’abilitazione della  gestione telematica dei flussi relativi agli atti giudiziari. A partire dal 2014 gli interventi hanno permesso la digitalizzazione e parziale automatizzazione delle prassi afferenti ai giudizi civili (Processo Civile Telematico), con la creazione di sistemi di consultazione da remoto in tempo reale e l’impiego della trasmissione a mezzo di buste cifrate degli atti di parte e dei provvedimenti, che allo stato presenta però ancora la necessità di controllo in capo al personale delle cancellerie. 

Tra il 2017 ed il 2018 è stato invece abilitato il PAT (Processo Amministrativo Telematico), per i ricorsi iscritti innanzi ai tribunali amministrativi ed al Consiglio di Stato, per il deposito e la consultazione telematica degli atti.

Più critico invece il percorso nell’ambito penale, che solamente dopo la pandemia ha cominciato a vedere la definizione di una digitalizzazione che superasse l’approccio cartaceo integrale protrattosi fino al 2020, e anche un po’ oltre, con il potenziamento, negli ultimi 2-3 anni, del Portale per il deposito degli atti penali, ma che ancora non prevede, ad esempio, una consultazione da remoto dei documenti in tutte le fasi processuali – sorte condivisa altresì dai tribunali di sorveglianza – ed una automatizzazione del processo di data-entry.

Tre branche che hanno visto tempistiche diverse, ma che ancora adesso non contemplano l’utilizzo dell’intelligenza artificiale quale veicolo per una gestione globale più veloce e razionalizzata.

AI per semplificare la gestione della Giustizia

Per il Ministero della Giustizia «l’uso della AI è consentito esclusivamente per finalità strumentali e di supporto, per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario, nonché per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi», come espresso anche nel decreto di istituzione dell’Osservatorio permanente per l’uso dell’intelligenza artificiale nell’attività istituzionale, ammettendo dunque la possibilità di un utilizzo dell’intelligenza artificiale in ottica di semplificazione e ausilio per la ricerca giurisprudenziale.

Una applicazione piena, alla luce di una normativa chiara, potrebbe infatti garantire un supporto per i sistemi automatizzati esistenti (che ancora sembrano procedere in ordine sparso) e una razionalizzazione dei procedimenti di ricerca della giurisprudenza, le cui banche dati, ove rese accessibili ad un impianto integrato, potrebbero essere pienamente fruibili ed utilizzate per una ragionevole previsione.

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