L’immagine del nostro Paese è spesso distorta e non riflette fedelmente la realtà imprenditoriale che ci caratterizza. Si tende talvolta a considerare il turismo o il settore agroalimentare come il ‘petrolio’ del Belpaese, riducendoci all’idea di essere i camerieri e i ristoratori del mondo. Ma la realtà è ben diversa. In Italia, i giovani talenti che hanno scelto di restare eccellono nella realizzazione di grandi infrastrutture strategiche, opere pubbliche e progetti di ingegneria energetica.
Il mercato delle EPC
Dall’instancabile perseveranza di Ferruccio Lamborghini al genio di Camillo Olivetti, il nostro Paese non ha mai dimenticato il suo ruolo nel mercato globale: essere un calderone di creatività e ingegno che statuisce quel marchio di qualità chiamato “Made in Italy“.
I tempi di quell’Italia che rompeva le regole del mercato globale, dove sembrava fiorire una Silicon Valley tricolore animata da menti eccelse e imprenditori con uno sguardo rivolto al futuro, sembrano ormai tramontati. Tuttavia, il Belpaese non ha mai smesso di coltivare quella capacità creativa e quell’obiettivo di eccellenza che lo rendono ancora oggi uno dei principali ambasciatori della bellezza nel mondo. Un esempio significativo di questo impegno si trova nel settore degli EPC (Engineering, Procurement, Construction), dove aziende, imprenditori e ingegneri italiani realizzano opere pubbliche e infrastrutture all’avanguardia, competendo con i colossi del mercato globale.
L’attività EPC, ovvero progettazione, approvvigionamento e costruzione, consiste in un servizio che alcune aziende offrono ai propri clienti nei settori delle grandi opere, in particolare nell’energia, nell’industria, nelle infrastrutture e nell’edilizia. Si tratta spesso di un servizio “chiavi in mano“: il cliente affida l’intero progetto all’azienda, che consegna l’opera completa, collaudata e pronta all’uso, offrendo così una soluzione integrata e altamente specializzata.
Le EPC in Italia
Nonostante il nostro Paese non possa vantare aziende di grande portata come quelle indiane, cinesi o statunitensi, le imprese italiane del settore EPC sono presenti in tutto il mondo e occupano una quota significativa del valore aggiunto del mercato globale.
In settori come quello energetico e strutturale e, nello specifico, nella realizzazione di gasdotti, oleodotti, raffinerie, impianti chimici, piattaforme petrolifere, impianti di estrazione e infrastrutture per il trasporto di gas e petrolio, ma anche specificatamente industriali ed edili, sono proprio alcune delle principali aziende italiane a spiccare nel mercato globale e ad assumerne, di conseguenza, la leadership.
Con fatturati che variano nell’ordine di misura di miliardi di euro l’una, infatti, ciascuna di queste imprese si distingue nel proprio ambito non solo per l’esperienza e la competenza della propria dirigenza, ma anche e soprattutto per l’eccellenza dei propri giovani talenti, accuratamente selezionati nell’ampio roster dei Politecnici del nostro Paese; questi ultimi hanno ormai consolidato la propria posizione nella classifica delle più prestigiose università al mondo.
Le opere
Negli anni, è stato lo stesso mercato globale a confermare l’eccellenza delle nostre imprese e la rispettiva capacità di combinare perfettamente sostenibilità ambientale e innovazione infrastrutturale, assegnando loro alcune tra le opere più maestose e complesse mai realizzate.
Il coinvolgimento delle imprese italiane in opere d’avanguardia realizzate all’estero dimostra efficacemente quanto i nostri giovani talenti siano riconosciuti e valorizzati anche al di fuori dei nostri confini. Portano la firma di aziende, tra le altre, italiane grandi progetti come la metropolitana di Riad, in Arabia Saudita, ma anche la Blue Stream Gas Pipeline, un sistema di gasdotti che attraversa il Mar Nero dalla Russia alla Turchia a una profondità alla quale, prima della sua realizzazione, non si era mai lavorato.
Nel tempo, le eccellenze del nostro Paese sono state in grado di consolidare la propria autorevolezza in numerosi settori del mercato globale. Proprio a queste ultime, peraltro, deve essere riconosciuto il merito di aver introdotto nuove tecnologie, spesso impiegate a supporto della realizzazione di opere maestose, tra cui per esempio lavori di perforazione del fondale marino, ma anche di aver partecipato a lavori di salvataggio e conservazione di famosi siti archeologici.
La grande capacità delle nostre eccellenze è chiaramente riscontrabile anche in alcune delle più grandi opere infrastrutturali di recente realizzate nel nostro Paese. A titolo esemplificativo, basti considerare il Ponte San Giorgio di Genova, il nuovo Ponte Morandi, un’opera che ha rappresentato un modello di efficienza e innovazione tecnologica, la linea ferroviaria ad Alta Velocità che collegherà Milano a Verona, contribuendo in maniera significativa allo sviluppo delle infrastrutture di trasporto sostenibile in Italia, nonché il completamento della Linea C della metropolitana di Roma. Quest’ultima, data la sua complessità, soprattutto in previsione della futura fermata di Piazza Venezia, richiede un’attenzione speciale per coniugare efficienza e salvaguardia del patrimonio artistico e culturale che emerge dal sottosuolo durante gli scavi.
Le sfide impossibili
Tra le opere ingegneristiche italiane più impegnative, spicca poi l’ampliamento del Canale di Panama, progettato per permettere il transito delle enormi navi Post Panamax (lunghe 366 metri, larghe 49 metri e con un pescaggio di 15 metri), aumentando così la capacità del traffico marittimo globale. La realizzazione di infrastrutture di questa portata non solo esporta il tricolore italiano nel mondo, con oltre 85.000 operai specializzati (tra diretti e indiretti), ma garantisce anche all’Italia un ruolo di rilievo nello scacchiere delle potenze globali. Opere come il Canale di Panama, la galleria del San Gottardo, la diga di Tarbela e il progetto Lesotho Highlands Water, influenzano profondamente le variabili del trasporto e della geopolitica energetica mondiale, consegnando al nostro Paese un’importante possibilità d’influenza.
Università e giovani talenti
Per continuare a realizzare grandi opere servono giovani, tanti e specializzati. Fortunatamente, i nostri Politecnici, in particolare quelli di Torino e Milano, formano una nuova generazione di talenti. Quello milanese, in particolare, secondo il QS World University Rankings 2024, si posiziona tra le prime 20 università al mondo nel settore dell’ingegneria e della tecnologia.
Grazie a percorsi formativi avanzati, che spaziano dalle strategie per l’acquisizione efficiente di materiali e servizi all’uso di software di modellazione e simulazione per grandi opere, passando per lo studio di tecniche moderne e sostenibili, le università italiane preparano una forza lavoro altamente qualificata, giovani professionisti pronti a competere con i giganti globali delle mega costruzioni.
Il settore delle EPC rappresenta per questi ultimi una chiave per inaugurare un futuro che potrebbe cambiare le vite di tutta l’umanità. Progetti come la realizzazione di smart cities, l’alta velocità ferroviaria, impianti energetici innovativi e la crescente digitalizzazione delle infrastrutture sono in forte espansione, sia a livello locale che globale. Di conseguenza, emergono nuove opportunità per chi è in grado di affrontare sfide come gli investimenti infrastrutturali, l’innovazione tecnologica, la transizione ecologica e la salvaguardia ambientale. Tuttavia, ciò che sembra frenare il nostro Paese dal porsi come leader globale in un settore in cui eccelle quotidianamente è probabilmente una mentalità clientelare e provinciale, la stessa che ci relega ancora allo stereotipo dei pizzaioli col mandolino.
Conclusioni
È giunto il momento di promuoverci per ciò che siamo davvero capaci di fare e garantire. Un mondo sostenibile, avanzato, orientato alla preservazione della nostra specie attraverso il benessere collettivo deve essere trainato da una generazione che ha fame di riscatto e voglia di cambiare il mondo.
Di Riccardo Morgante – Caporedattore di Politicamag.it