L’Intelligenza Artificiale nella Telemedicina: l’Italia costruisce la sanità del futuro


L’intelligenza artificiale è una tecnologia a dir poco sorprendente, abbracciamola in tutto e per tutto e ci sarà di grande aiuto

Con questo concetto Gianmarco Biagi, CEO di Vection Technologies e Presidente della Commissione Nazionale per la Digitalizzazione in Sanità della Società Italiana di Telemedicina (SIT), introduce un tema destinato a rivoluzionare radicalmente il settore sanitario e, in particolare, la telemedicina.

L’intelligenza artificiale è ormai divenuta un concetto centrale nel panorama globale, permeando numerosi settori con impatti significativi e trasformativi. Nel campo specifico della telemedicina – ossia l’insieme delle tecnologie e dei metodi impiegati per effettuare diagnosi e cure a distanza – l’AI si configura sempre più come un alleato strategico. Secondo le ultime analisi di OpenPR, il mercato globale del settore è destinato a superare i 192 miliardi di euro entro il 2033, registrando una crescita straordinaria del 972% rispetto al 2024.
GlobeNewswire rileva che uno degli utilizzi più diffusi dell’AI, pari al 26%, riguarda l’assistenza remota attraverso virtual twin conversazionali, strumenti innovativi in grado di fornire un supporto empatico e personalizzato.

All’interno di un contesto globale in rapida evoluzione, il Bel Paese dimostra un crescente impegno verso la digitalizzazione sanitaria, ambendo a diventare entro quest’anno il primo Paese in Europa a dotarsi di una piattaforma nazionale di telemedicina, grazie all’investimento di 1,5 miliardi di euro previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Gianmarco Biagi ha più volte espresso la sua visione sul ruolo dell’AI, definendola una tecnologia liquida e versatile, capace di estendersi a ogni settore e con potenzialità ancora immense. Sottolinea come la telemedicina rappresenti uno dei terreni più fertili per il suo impiego. Sempre più strutture sanitarie italiane stanno infatti adottando soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, sia per semplificare l’accesso alle cure, ad esempio tramite assistenti virtuali per la prenotazione di visite, sia come strumento avanzato per la formazione del personale sanitario; ambiti sui quali si concentra anche il confronto e lo scambio di esperienze durante il convegno annuale della SIT, promosso dallo stesso Biagi, che si è consolidato come punto di riferimento per monitorare i progressi del settore e stimolare lo sviluppo di nuove soluzioni.

Non sorprende, dunque, che Vection Technologies sia protagonista anche sul fronte della formazione accademica. La collaborazione con Humanitas University, ad esempio, testimonia come l’AI possa creare connessioni concrete tra mondo imprenditoriale e universitario. Grazie alla piattaforma immersiva 3DFrame, gli studenti hanno accesso a scenari ospedalieri virtuali, dove possono esercitarsi in sicurezza, esplorare spazi complessi come il blocco operatorio e ricevere feedback dettagliati dai docenti. Tutto questo rappresenta non solo un avanzamento tecnologico, ma anche la dimostrazione concreta di come l’innovazione e il sapere scientifico possano integrarsi per generare un valore tangibile nella formazione dei futuri professionisti.
La convergenza tra visione accademica e strategia aziendale, incarnata da realtà come Vection Technologies e Humanitas University, rappresenta la chiave per affrontare le sfide globali e trasformare il potenziale dell’AI in risultati concreti e duraturi.

Volgendo lo sguardo al futuro, l’evoluzione dell’AI nella telemedicina sarà protagonista di progressi significativi: prenderanno forma algoritmi avanzati, i cosiddetti data catcher, capaci di monitorare in tempo reale i parametri vitali dei pazienti e di anticiparne eventuali criticità; parallelamente, emergeranno i virtual doctors, assistenti digitali progettati per instaurare interazioni empatiche e su misura, fungendo da ponte tra pazienti e medici; a completare il quadro, entreranno in scena i diagnostic accelerators, sofisticati software destinati a potenziare la velocità e la precisione delle diagnosi, elemento cruciale soprattutto nel contesto della medicina a distanza. Si profila così una rivoluzione che ridefinirà il volto della sanità e della formazione medica, generando valore per l’intero ecosistema. 
L’intelligenza artificiale, dunque, non è soltanto una tecnologia: è la promessa di un futuro dove cura, scienza e innovazione si intrecciano per restituire centralità alla persona. È in questo incontro tra ingegno umano e potenza algoritmica che possiamo intravedere la vera medicina del domani: più vicina, più consapevole, profondamente umana.

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